Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale
Un cenno sopra l'analogia.I progressi simultanei ai dì nostri di tutti i rami del sapere positivo, compresa la psicologia empirica e le scienze
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il concetto generalissimo di un ordine,che deve esistere anche nella attività economica dei popoli, per una necessità razionale, conforme ai disegni
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occasionalmente i nomi soltanto degli autori che apportano in un senso o nell'altro un qualche contributo a un dato problema, senza riferire il titolo
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2. Veramente novus ordo, reale e vivente nella società, avvolto esso medesimo da un ordine ideale,risultante — da un sistema di dottrine religiose ed
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l'affermazione nella società di un ordine sociale provvidenziale (che il Quesnay primamente aveva attinto al filosofo idealista Malebranche, Trattato
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la convinzione del pari di un ordine sociale riconosciuto e attuato dalla libertà umana, e perciò fornito del carattere specifico di un ordine morale
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ebbe storicamente un triplice momento di elaborazione: un primo di preparazione dal 1840 al 1869; un secondo di sviluppo sistematico fino al 1880; un
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correzione degli errori della scuola individualistica liberale) prometteva un maggior valore teoretico e insieme un più efficace valore pratico. — Invero
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massimi di civiltà. Ciò, riflettendosi nella vita economica, riconduce questa ad un regolamentarismo minuto ed un assolutismo di Stato onnipotente.
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E infine, considerando la società stessa come un istituto morale provvidenziale, avente ufficio suo proprio e diretto di completare definitivamente
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da tale concetto di ordine. Il quale, dapprima intuitivo,maturandosi poi colla osservazione riflessa,disvela: — un sistema di elementi compositivi e
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L'ordine economico rimane così connesso all'ordine sociale come la parte al tutto e come un insieme di relazioni inferiori a quelle superiori. Perciò
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2. Di qui i poteri (facoltà morali) della sovranità per l'adempimento di questi uffici: — un potere legislativo,di dar norme imperanti alla condotta
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Nell'insieme però, l'assorbimento di forze e mezzi economici della nazione, da parte dello Stato, trova il suo ricambio in un aumento di ricchezza
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lo sviluppo comparato della energia individuale e delle associazioni collettive da un canto — e da un altro la potenza e virtù di organizzazione dello
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cittadini e lo Stato; donde i germi nel giure medioevale di un diritto privato,di un diritto pubblico,e infine (grande novità) di un diritto intermedio
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ordine all'attività ed ai fini di tutti e quindi come mezzi utili all'universale. Così l'oggetto che può essere utile a chi sente un bisogno
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1. Il valore non esprime alcunché di materiale, bensì è un giudizio della mente,il quale risulta da altri due elementari, — l'uno intorno alla
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divenga un movente e regolatore della attività umana rivolta alla produzione, alla permuta, al consumo, conviene che nella mente estimatrice dell'uomo
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del bisogno,fino a compiuto appagamento. Per chi ha fame un primo pane soddisfa a un bisogno urgente, un secondo, un terzo pane, ecc. soddisfano
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ripetizione degli atti fino all'esaurimento. Un'ora di lavoro per manipolare un primo pane costa poco sacrifizio per l'operaio fresco di forze, affaticano
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4. Di qui la legge del valore unitario.In una serie omogenea di unità o frazioni di bene disponibile per un certo uso immediato «ciascuna unità di
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La legge di variazione del valore unitario si può pertanto esprimere in altre parole così: «il valore unitario di un prodotto tende a decrescere fino
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Ogni scambio di cose si fa dietro un giudizio di equivalenza fra gli oggetti che si vogliono permutare; e quanto più questi si moltiplicano tanto più
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Essa finalmente, applicandosi alla ricchezza servente ai fini umani, suscettivi di una attuazione sempre più completa e di un raggiungimento sempre
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questa. — Il bisogno da un canto prefigge il termine o fine della ricchezza, che è appunto l'appagamento del bisogno stesso a cui si prestano i beni
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. Si può dubitare che col migliore regime igienico, dietetico e ginnastico si possa triplicare al dinamometro la forza brachiale o renale di un uomo
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, scolpiscono e sviluppano i caratteri etnici e le vocazioni psichiche di ognuna. Nessuna altra stirpe come quella degli arii presenta un saggio di questo
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rapporti che li collegano ad un fine. Ordine è appunto «un insieme proporzionato di enti e di rispettive forze (od energie) conversi ad un risultato
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per l'uomo, germe di vita sociale, scuola di educazione morale, più di ogni altro fatto congenere presentasi come un prodotto e insieme un fattore di
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Ma un ordine di rapporti (assolutamente o relativamente) necessario,perché dimostrato tale da esigenze di fatto e insieme da argomenti di ragione. La
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di demografia (Süssmilch) ai grandi fondatori della statistica moderna (Bernoulli, Wappäus, Quetelet) fino a Bertillon, questo è un fatto dei meglio
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) con 221 abitanti per kmq., proceda alla testa del progresso; bensì apparisce che le condizioni di tale progresso consistono in un dispiego
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1. Non si riscontra storicamente nell'umanità intera, come nelle singole nazioni, un aumento demografico in forma di continuata e fatale evoluzione.
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che consiste nel possesso e godimento della ricchezza; — ma riferito non già ad un singolo individuo od ente privato, bensì alla società, la quale è un
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E finalmente può rilevarsi fin d'ora che il fenomeno della emigrazione si riconnette da un canto a cause biologiche, e da un altro a quelle
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della economia privata.Ma la società non è un accostamento parallelo di individui o di famiglie, bensì un organismo risultante da parti autonome
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il concetto di ordine cioè di un sistema di cause rispondenti ad un fine; ordine non già arbitrario ma razionale anche nel dominio dell'utile
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Di là si desumono pertanto quelle nozioni che attribuiscono alla economia sociale un carattere organico; quelle cioè, che inducono a considerare la
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2. Ma le dottrine religiose, il cui contenuto e la cui autorità sono oggetto di fede, si manifestano anche sensibilmente come un fatto che viene a
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di un fine,che precede l'azione. L'uomo che scalda una vivanda, che si arma di una fionda, che congegna un aratro, che edifica un tempio, sempre
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Le stirpi o razze umane. – 1. Dai gruppi gentilizi, moltiplicatisi alla lor volta, ma che fra loro mantengono la memoria di un remoto ceppo comune
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quale si riannoda al genio etnico degli indo-europei; delineando un secondo ciclo tipico, in cui dietro un principio di autorità (i sacra gentilicia
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massima nella formazione e nelle funzioni dello Stato; divenendo però esso medesimo un organo di questo, che ora lo domina (Oriente, Egitto) ora lo serve
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2 . Un duplice processo parallelo osservasi anche qui nella storia (Calisse).
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Più caratteristica l'assimilazione che avviene nel ceto medio delle città; ove da un lato le classi fondiarie ivi residenti si avvicinano per tenore
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sostituzione ad un regime oligarchico, di un ordine distributivo progressivamente popolare.Questa è divenuta legge economica nella civiltà cristiana.
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3. Valga frattanto una avvertenza preliminare, che è un richiamo alla nozione di solidarietà nell'ordine sociale-economico.
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dei cristiani, raccolti nella Chiesa, ad un corpo mistico, in cui la vita, che circola nelle singole e distinte parti di esso, rifluisce alla comune
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La sociologia positiva, scorta dalla filosofia, riconosce nella famiglia un sistema di rapporti (organo) risultante da un triplice vincolo che
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