Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

397853
Toniolo, Giuseppe 50 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
  • UNIOR
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»), rappresentante un gruppo sociale per fini comuni continuati, qualche volta perenni, il quale assurge lentamente al carattere di persona giuridica, in

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comuni la fornitura del gas, della luce e forza elettrica, dell'acqua potabile, ecc., col nome di municipalizzazione dei servizi pubblici (Montemartini

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raffermate da costumi etico-giuridici, e con sedi per ciascheduna ben definite, il tutto rassodato da tradizioni comuni.

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commerciale, che di tutte precorre e provoca l'incremento. Sviluppo storico lento, che per noi italiani non si avverò che fra le lotte dei comuni contro Enrico

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1. Essa è perciò predisposta da fattori comuni di stirpe e di nazionalità, come grande genesi sociologica altrove studiata (vedi «Introduzione»). Ma

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e dei commerci, come può dirsi della borghesia dei nostri liberi comuni medioevali, in ispecie di Firenze. — I loro abusi invece possono divenire

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esplica tale utilità materiale.E perciò: — produzione esprime «la serie dei procedimenti umani comuni con cui si rende effettiva o si accresce la utilità

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cristiano, nei comuni civici di tutta Europa ma più in Italia, era congenita la convinzione essere la libertà il migliore sussidio del lavoro, nato ad una

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Ciò vale a vario grado per tutti i comuni italiani, remoti o emancipati da signorie feudali e regie, anche per quegli Stati medioevali, come la

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alleata ai comuni per combattere il feudalesimo, pur organizzando i «métiers» di Parigi, come fece mirabilmente s. Luigi IX, per mezzo di S. Boyleau

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Né ciò per una acquiescenza passiva, ma per un triplice ordine di cause effettrici concomitanti, in parte comuni a tutta Europa: gli stessi privilegi

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della ricchezza. Di qui due rami della funzione economica dello Stato, che già spuntati nelle corporazioni e nei comuni medioevali, oggi si

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lavoro meccanico nelle più comuni operazioni domestiche.

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», operai comuni e qualificati);

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cagioni molteplici che variano colla storia; e così p. e. nel regime dei nostri comuni le arti manifatturiere erano a tutte le altre preferite, perché in

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metalli comuni (ferro, rame, stagno, ecc.), di altre materie preziose (oro, argento, diamanti) e di combustibili fossili (litantrace, petrolio, ecc

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Questo principio valse non solo per la Germania, ma per i nostri comuni sovrani (compresi Firenze e Venezia); perdurò in Francia fino alla

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tutti i metalli comuni appartenessero per diritto esclusivo ai proprietari del suolo superficiario, ciò che espressa-. mente sotto la influenza della

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selvatica; — più tardi diviene una proprietà particolare di enti sociali pubblici;di gruppi collettivi di villaggio (più tardi comuni, distretti), della

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morali giuridici (fondazioni, corporazioni), o in quelli politico-amministrativi dei comuni, province, specialmente dello Stato, come un patrimonio

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Italia coincide collo spuntare dei liberi comuni sotto Gregorio VII.

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collettive sotto l'impulso solidale dei bisogni comuni della popolazione. Per la civiltà avanzata vale invece questa legge storica: i progressi dell'arte

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ogni punto del terreno coltivabile, si effettua quella immensa parabola per cui, attraverso gli sterminati beni comuni (res nullius)e l'uso collettivo

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«Genossenschaften» tedesche, o di coltivatori servili nel «mir» russo) abituarono i lavoratori della terra, legati da comuni diritti, obblighi, consuetudini, a

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Reno, delle Anse, nei sec. XIV-XV; per noi anticipa coll'età dei comuni fino dal XII, proseguendo anche sino al XVI, perché l'assottigliarsi dei

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slavi, ovvero le universitates rurales sui beni comuni nel medio evo italiano. Lo dicemmo ripetutamente, essi furono i remoti preparatori del

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colonico autonomo; la trasfusione nelle campagne del capitale dai liberi comuni industriali e mercanteschi; il progresso della tecnica fondiaria. Di

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carolingi), rifioriva mirabilmente con consuetudini e statuti sapienti in Ispagna e più nei comuni italiani del medio evo (vedi le opere di Giovannetti

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popolazioni industriali dei nostri antichi comuni: era l'ebbrezza della acquistata libertà. E ciò pure spiega oggidì la sconfinata espansione del lavoro

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2. La tendenza a crescere d'ampiezza (di spazio coltivabile) nelle imprese agrarie ha ragioni comuni ad ogni industria. — Soltanto su vaste

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signori feudali, di cui quelle comperarono frazionati i tenimenti, in ciò aiutate dai comuni italici, che talora immiserirono i feudatari col regime

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1. Si cominciò col ricostruire l'unità economica del piccolo podere disperso in minuscole particelle. Fu compito già affidato nei nostri comuni

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comunale (sec. XIII), specialmente in Francia e in Italia, con questo processo. In seguito alle lotte dei comuni civici contro i feudatari fiaccati e

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latini al tempo dei comuni guelfi e come la colonia parziaria, pur degenerando nell'evo moderno coi pacata abietta onerosi al lavoro e disparendo

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oneste tradizioni e consuetudini (grande tutela degli interessi comuni) si sostituiscono i frequenti sfratti, o al posto della fiducia il sospetto

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, quale assunse ormai negli ultimi decenni Per virtù di simili leggi di Stato e della politica dei comuni (per acquistare terre e affittarle), le

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i salariati,in favore dei quali coi recenti «Allotments acts» del 1887-90-94, si dà facoltà ai comuni (di città e campagna) di comperare (in qualche

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pubblici (Stato, province, comuni) e di enti morali (chiese, opere pie, corporazioni), nonché i beni di uso comune; sistema che si protrasse fino

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1. Oggi perciò si tende a mantenere fortemente o a riprendere definitivamente in mano dello Stato, province, comuni i beni comprendenti boschi

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dei contadini le terre che questi, prima sotto i signori, poi sotto i comuni, tenevano in uso collettivo.Gli alti pascoli montani invece vanno

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7. Quanto i congegni tecnici grandeggino nelle imprese più comuni e diffuse del cotonificio, del lanificio, della carta, laddove trionfa un compiuto

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a quelli comuni o braccianti («unskilled»). E se nella fabbrica predomina la rimunerazione a salario fisso giornaliero,in certa opposizione col

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mobilie comuni si intagliano finamente; e tende a festoni e lumiere artistiche e stoviglie dipinte fin nella casa dell'artigiano; e come un dì le

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smettano una concorrenza mutua disastrosa e cementino gli interessi comuni, materiali e morali, mercé le unioni professionali,più che mai adatte a

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3. Infine lo Stato (meglio province, regioni, comuni) con provvidenze di legge e di politica economica, specialmente adatte alla debolezza congenita

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afferma e trionfa nel regime corporativo dei liberi comuni medioevali d'Europa, in ispecie d'Italia.

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miniere, ma nei comuni marinari costruiva e affittava navi onerarie a comodo del commercio.

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domicilio, «chez soi»), dalle fabbriche («factories»); — ovvero per gli enti cui appartengono,quali le imprese di Stato o quelle dei comuni per servizi

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misura il progresso.Veggasi p. e. quale innovazione di vita economica e civile conseguì all'accumularsi della ricchezza mobile nei comuni medioevali

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manifattrici, nei nostri comuni italici medioevali dopo il 1000 e più tardi nelle Anse inglesi e germaniche; — la elevazione industriale e mercantile

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