Ti ho sposato per allegria
Ancora no. Le ho mandato dei soldi. Ma sai, ho una gran paura che non li spenda mia madre, quei soldi che le ho mandato. Ho paura che li abbia messi
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quei bambini di mio padre spaventati, e quell'altra donna, magra, alta come una stanga, con una gran tignazza di capelli neri crespi, che anche lei
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diventare un'attrice, oppure una ballerina. E poi perché non volevo piú vedere tutti quei pentolini e quei giornali. E mia madre, quando ha visto che ero
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gli vanno tanto bene le donne. Cosí ha detto, e io mi sentivo sollevata, liberata, leggera, perché in tutti quei mesi mi era cresciuta dentro
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scarpe in mano. E mi girava la testa, e sono caduta proprio vicino a quei calzoni arancione. E ho detto: Si ricordi che coi calzoni, non si portano i
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Sí, ma la Elena in quei giorni non c'era, perché era da una sua parente, che aveva avuto un'operazione allo stomaco. Pietro è rimasto là. Gli ho
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letto, sotto gli armadi, e poi cucina certe minestrine, certi intrugli di prugne e mele cotte, e tutti quei pentolini li mette sul davanzale della
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angolo, vicino alla finestra, a sorvegliare quei suoi pentolini, spaventata, diffidente, amara, nella sua vestaglietta giapponese, con quel suo
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solo acqua. Li conosceva bene quei pittori?
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Io non glieli ho dati quei soldi. Anzi gli ho chiesto invece un po' di soldi in prestito. Ma ha detto di no. Ha detto che lui non imprestava mai
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Non solo le devo quei soldi alla povera Virginia, sedicimila lire, ma la obbligo anche a farmi tutto un cappotto?
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