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Nerone ridendo sempre più eccitato, entra nel Circo.
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Ancor più nel lontano risuona il canto di prima:
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L’Oppidum non è più che una voragine di fumo.
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La luna si fa più torbida. Simon Mago s’affretta a Porgere a Nerone la tazza libatoria.
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Frattanto la più sordida plebe del Circo s’è riversata nell’Oppidum. Nerone, presso la porta pompae, attende cupidamente il passaggio delle vittime.
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Ad un tratto s’odono degli urli di spavento che vengono dal fondo del criptoportico e dalle parti più alte dell’edificio dove s’incomincia a scorgere
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vesti sono lacere, non porta più le serpi intorno al collo; mormora, gemendo, parole interrotte.
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scorgono i primi gradini d’una scala interna che ascende alle precinzioni più alte.
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sulle sue tombe l’oscurità è appena diradata da un barlume cinereo che non projetta ombre; il campo nereggia più cupo.
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levato un calice d’oro. Un raggio fulgidissimo scende dalla volta del tempio e illumina tutta la persona del Taumaturgo. Due sacerdoti situati più basso
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(intanto dal cortile al disotto del parapetto e su dalla piccola scala arrivano prima confuse, poi sempre più vicine le voci di Sciarrone, di
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Sergente, il Carceriere. – Spoletta dà le necessarie istruzioni. Il cielo si fa più luminoso; è l’alba: suonano le 4. Il Carceriere si avvicina a
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: siede ed aspetta mezzo assonnato. Più tardi un picchetto, comandato da un Sergente di guardia, sale sulla piattaforma accompagnando Cavaradossi: il