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S’intravvedono nel fondo Simon Mago e Gobrias poveramente vestiti. Simon Mago ha il capo coperto da una calàutica i cui lembi sciolti gli mascherano
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La luce, mite ancora e senza raggi, a grado a grado discopre le cose remote, gli edifici sparsi qua e là nel fondo della campagna, gli archi del
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Fra gli alberi dell’uliveto si scorge una figura nera che s’avvicina lentamente. È Asteria.
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Le donne hanno raccolti tutti i fiori e li spargono davanti i passi di Fanuèl, cantando e allontanandosi fra gli alberi dell’uliveto.
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Asteria ha visto qualche riflesso dell’incendio sulla scala d’onde scese e la risale correndo e scompare mentre Rubria apre gli occhi.
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Passa una famiglia di gladiatori, la precede il lanista, riconoscibile alla lunga ferula che impugna; gli sta a fianco uno schiavo con una lanterna.
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Gobrias s’è allontanato dall’orto. Rubria entra nel casolare e poco dopo n’esce con alcuni Cristiani. Fra gli alberi del fondo si vede un Centurione.
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grida e gli squilli del trionfo.
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lato d’onde giungono gli squilli.
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in giro dal tempiere. Un vecchio coi capo coperto da un palliolum che gli ripara anche le spalle, e sorretto da uno schiavo, sale sul basamento dell
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Nerone ricade come fulminato sulla gradinata. Asteria, lentamente, scende qualche gradino, s’avvicina a Nerone, chinandosi a poco a poco, gli si
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. Frattanto si avanza un carro, tirato a mano da quattro schiavi, dove sono accatastati degli attrezzi teatrali. Dietro al carro e d’intorno camminano gli
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a raccogliere l’ara thuraria, il velo nero e l’idria in cui pone la tazza e l’aspersorio e ritorna là ove discende; lascia cadere gli oggetti nel
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del serpente di bronzo e tutti escono dalla porta a sinistra. Intanto Dositèo eseguisce gli ordini di Simon Mago: spegne i lumi, accende un cero che
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questo e gli altri campi che si estendono dall’altro lato. La notte è nuvolosa. La luna pènetra a stento le dense nubi che la nascondono. Sull’Appia e
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trionfo e d’ira, agitando toghe e cappelli e pezzuole verdi ed azzurre. Parecchi brandiscono degli stili, altri minacciano colle pugna gli avversarii. L
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lacerna dissimula, sotto dei nèi artificiali, gli sfregi del volto; eleganti cavalieri ed aurighi d’ogni fazione. Di fianco all’ingresso un mercante d’idoli
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gemme. Ha, come Tigellino, un focale di seta annodato intorno al collo, sul petto una collana d’ambra mista a molti amuleti: dalla cintola gli pende un
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Sul lato destro della via, dalla parte di Roma, s’innalza un grande sepolcro che si prolunga nell’erba; gli si allinea d’accanto, progredendo verso
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(al movimento fatto da Cavaradossi, Angelotti, atterrito, si arresta come per rifugiarsi ancora nella Cappella – ma – alzati gli occhi, un grido di
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(Spoletta apparisce dalla scala, mentre Sciarrone dietro a lui gli grida additando Tosca:)
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(Sciarrone apre l’uscio che dà alla camera della tortura. Il Giudice vi entra e gli altri lo seguono, rimanendo Tosca e Scarpia. Spoletta si ritira
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Cavaradossi e togliendosi il berretto gli indica l’Ufficiale).