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Qui si ristabilisce ancora una volta l’ordine di marcia del corteo. Passa una turba confusa d’Armeni, d’Etiopi, d’Indiani, di Greci, d’Egiziani
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È un sotterraneo del Circo dove si depongono i morti. La luce riflessa d’una torcia che s’avvicina dirada a poco a poco le tenebre, rischiarando a
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Un’ampia nicchia, fiancheggiante la porta pompae, accoglie la famosa scultura Rodiana che rappresenta Zeto ed Anfione in atto d’avvincere Dirce alle
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Simon Mago, senza accorgersi d’essere osservato, s’è messo in ascolto, si dirige verso il tumulo, lo sale insino alla cima e guarda attentamente dal
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D’un tratto la cortina si spalanca e si scopre agli occhi dei fedeli il sacrario. Tutti coloro che stanno nella cella s’inginocchiano. Simon Mago, in
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Nella cella i devoti guardano, in atto d’ansiosa aspettazione, il calice raggiante.
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La cella è affollata da gente d’ogni classe e l’ogni paese: Matrone adorne di ricchissime vesti, portanti in capo una preziosa mitella od altre
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Scompare dalla porta d’onde entrò Asteria. Asteria udendo quel nome ritorna vicino alla morta.
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Giunge sull’Appia da Roma un’allegra comitiva al lume d’una torcia.
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Tre Precursori Mori, a cavallo, passano di galoppo sull’Appia, risplendenti d’armille e di falère.
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Ricominciano le canzoni della notte. Volano per l’aria le parole d’una strofa amatoria di Petronio:
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Sul lato destro della via, dalla parte di Roma, s’innalza un grande sepolcro che si prolunga nell’erba; gli si allinea d’accanto, progredendo verso
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Il littore tenta d’interporsi co’ fasci, ma Simon Mago s’è già slanciato sulla Vestale e le strappa il velo.
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Un viandante, Fanuèl, passa sull’Appia, d’accosto a Rubria, la vede, s’arresta, la guarda assorta nella sua preghiera.
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Presso all’arco che sbocca nel Circo si vede internarsi nel muro, di prospetto, il primo ramo d’una scala che sale al podio.
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Asteria ha visto qualche riflesso dell’incendio sulla scala d’onde scese e la risale correndo e scompare mentre Rubria apre gli occhi.
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I giovinetti Asiatici schiudono le cortine della lettiga, mentre d’intorno a Nerone piovono fiori e nastri e fronde di palma e ghirlande, fra le
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oloserica tinta di porpora jacintina e sparsa di palme d’oro. Nerone porta al braccio sinistro un’armilla di pelle di serpe chiusa da una borchia di
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Intanto Gobrias è uscito dal suo nascondiglio e, mezzo assonnato e barcollante, contempla con grande stupefazione, dall’alto della gradinata d’ond’è
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Nerone, con un gesto appena accennato, congeda Terpnos che esce tosto dalla porta d’onde è entrato. Nerone rimane ginocchioni ad aspettare a capo
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Simon Mago prende la face e la solleva per rischiarare la persona d’Asteria. Asteria veste una specie di kalasiris egizia, a tinte fosche; ha le
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Simon Mago va a nascondere la vanga fra i ruderi, poi ritorna; prende dall’acerra alcuni grani d’incenso, li sparge sull’ara thuraria, immerge l
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, nella direzione d’Albano; egli porta il cappuccio della lacerna sul capo. È Tigellino.
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Asteria s’avanza come persona esausta e dolorosa. Giunta sul limite dell’uliveto s’appoggia al tronco d’un albero, guardando il casolare. Le sue
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sedile di rozzo legno. Dietro alla fonte, e d’intorno, le zolle fiorite formano una leggera prominenza. Nel fondo s’estende un uliveto. Sotto la
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occhi fissi su Nerone si toglie dal collo le serpi avvolte e le lascia cadere nella cista mystica che le sta d’accanto.
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È un tempio sotterraneo; visto nel senso longitudinale appare diviso in due parti. Un’ampia cortina, tesa fra due pilastri addossati alle spalle d’un
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. Frattanto si avanza un carro, tirato a mano da quattro schiavi, dove sono accatastati degli attrezzi teatrali. Dietro al carro e d’intorno camminano gli
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rannicchia d’accosto, mezzo prostrata, mezzo seduta; i due corpi si toccano. I loro volti riverberano, fra le tenebre, la livida luce del cero e il
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D’un tratto un largo fiotto di sangue trabocca spumeggiando dal calice e cade nel bacino sottoposto. Nello stesso momento sorge dal braciere ardente
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scorgono i primi gradini d’una scala interna che ascende alle precinzioni più alte.
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tenendo Asteria Per mano. La porta laterale della cella si spalanca e discopre un’ala sontuosa ove si scorgono Nerone, Tigellino, Terpnos, e dietro d
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porta d’ingresso una lettiga pomposissima portata da quattro lettigarii. Una puella Gaditana esce dalla taverna con alcuni suoi corteggiatori e si
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trionfo e d’ira, agitando toghe e cappelli e pezzuole verdi ed azzurre. Parecchi brandiscono degli stili, altri minacciano colle pugna gli avversarii. L
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(Senza abbandonare cogli occhi il cadavere, Tosca va alla tavola, vi depone il coltello, prende una bottiglia d’acqua, inzuppa un tovagliolo e si