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Rubria ricomincia a pregare con intenso fervore. Fanuèl continua a guardarla fissamente.
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La luna si fa più torbida. Simon Mago s’affretta a Porgere a Nerone la tazza libatoria.
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Fanuèl torna a sederlesi a lato. Rubria posa la testa sul petto di Fanuèl.
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È un sotterraneo del Circo dove si depongono i morti. La luce riflessa d’una torcia che s’avvicina dirada a poco a poco le tenebre, rischiarando a
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Rubria fa cenno a Fanuèl, il quale s’affretta a riempire la ciotola coll’acqua dei fonte e gliela porge.
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Accorrono sacerdoti a spegnere le fiamme sul corpo di Dositèo e con grande agitazione lo trasportano in parte non vista del sacrario, a destra.
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Nerone ricade come fulminato sulla gradinata. Asteria, lentamente, scende qualche gradino, s’avvicina a Nerone, chinandosi a poco a poco, gli si
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Si parlano a distanza.
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Nerone, a capo chino, eseguisce tutti i comandi di Simon Mago. Simon Mago lo conduce, tenendolo per mano, davanti allo specchio magico. La fioca luce
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Gobrias è corso a spiare attraverso la cortina.
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Simon Mago lo ajuta a calar l’urna nella fossa.
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La luce, mite ancora e senza raggi, a grado a grado discopre le cose remote, gli edifici sparsi qua e là nel fondo della campagna, gli archi del
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S’avvicina, calmo, a Simon Mago, Rubria rimane presso la fonte.
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E fugge impetuosamente verso Albano. Rubria torna davanti alla tomba a pregare.
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Vanno a passo vivo verso Albano. Risuona una voce con questo epigramma:
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Asteria porge la face a Simon Mago che sta per discendere nel sotterraneo.
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Fanuèl va frugando a sua volta nell’ombra lungo la parete di destra.
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Tre Precursori Mori, a cavallo, passano di galoppo sull’Appia, risplendenti d’armille e di falère.
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Passa un viandante che va verso Roma con una bisaccia a spalle ed un bastone.
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La luna s’è rannuvolata. Nerone piglia la tazza, ma esita a versare il sangue sulla fossa.
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Fanuèl esita sorpreso, poi sale anch’esso sul tumulo ov’è Simon Mago. Le trombe continuano a squillare.
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I fedeli si alzano, s’inchinano davanti la statua di Nerone, alcuni vanno a baciare i piedi dell’idolo, altri abbassano il capo davanti la colonna
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La guardia Germana, afferrato Simon Mago, lo trascina rapidamente sino alla scala di legname che sta a sinistra del criptoportico.
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Ricomincia il tumulto del Circo, s’odono a diverse distanze le grida: «Age jam! – Evax! – Ahè! – Ahè! – Euge! – Eho! – Eho! – Vogliam le Dirci!».
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Un viandante, Fanuèl, passa sull’Appia, d’accosto a Rubria, la vede, s’arresta, la guarda assorta nella sua preghiera.
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Nel Circo non cessano i clamori: si odono le grida feroci «A morte le Dirci! Vogliamo la Tragedia! Non vuol morir! Pollice verso!».
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La folla vociferando segue la quadriga e s’interna nel criptoportico. Simon Mago, seguito a distanza dal suo Centurione, incontra Gobrias che viene
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Passa una famiglia di gladiatori, la precede il lanista, riconoscibile alla lunga ferula che impugna; gli sta a fianco uno schiavo con una lanterna.
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Simon Mago sale l’altare mentre Gobrias svuota un simpulum di vino. Gobrias ripone il simpulum nel recipiente del vino e sale a salti la gradinata.
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Le grida del Circo giungono nell’Oppidum da varie altezze e distanze, seguite da risate e da urli, frammiste a squilli di buccine.
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Incominciano a diffondersi le prime trasparenze dell’alba. Il cielo si rasserena. La profonda quiete dell’ora s’estende su tutta la campagna romana.
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Tigellino va a calpestare quelle zolle per disperdere le tracce dei seppellimento. Nerone lo ha seguìto. S’odono dalla parte di Roma dei clamori
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I giovinetti Asiatici schiudono le cortine della lettiga, mentre d’intorno a Nerone piovono fiori e nastri e fronde di palma e ghirlande, fra le
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Ad un tratto s’odono degli urli di spavento che vengono dal fondo del criptoportico e dalle parti più alte dell’edificio dove s’incomincia a scorgere
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(un lontano rullo di tamburi a poco a poco si avvicina poi si dilegua lontano)
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(Tosca, disperatamente aggrappandosi a Cavaradossi, tenta, con parole interrotte, di farlo tacere, mentre Scarpia risponde a Cavaradossi con
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A destra la Cappella Attavanti. A sinistra un impalcato: su di esso un gran quadro coperto da tela. Attrezzi varî da pittore. Un paniere.
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A sinistra, una casamatta: vi è collocata una tavola, sulla quale stanno una lampada, un grosso registro e l’occorrente per scrivere: una panca, una
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È ancora notte: a poco a poco la luce incerta e grigia che precede l’alba: le campane delle chiese suonano mattutino. Odesi il canto di un pastore
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portare il bicchiere alle labbra, scorge sulla tavola un coltello affilato ed a punta; dà una rapida occhiata a Scarpia che in quel momento è occupato a
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(Sciarrone, a un tratto, irrompe tutto affannoso)
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delle candele sullo scrittoio, va a prenderla, accende l’altra, e colloca una candela a destra e l’altra a sinistra della testa di Scarpia. Alzandosi
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(Dalla scala viene Spoletta, accompagnato dal Sergente e seguito da Tosca: il Sergente porta una lanterna – Spoletta accenna a Tosca ove trovasi
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(Spoletta apparisce dalla scala, mentre Sciarrone dietro a lui gli grida additando Tosca:)
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(Scarpia passeggia meditando: a un tratto s’arresta: dall’aperta finestra odesi la Cantata eseguita dai Cori nella sala della Regina).
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(Cavaradossi segue l’Ufficiale dopo aver salutato Tosca, la quale si colloca a sinistra, nella casamatta, in modo però di poter spiare quanto succede
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(Cavaradossi, che con ansia crescente ha udito le parole di Sciarrone, trova nel proprio entusiasmo la forza di alzarsi minaccioso in faccia a
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a Tosca)
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a lui Spoletta e alcuni birri)
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(Sciarrone ed i birri s’impossessano di Cavaradossi e lo trascinano verso la porta – Tosca con un supremo sforzo tenta di tenersi stretta a