Sempronio e Sempronella
abboccava le frittelle, quando gli saltò addosso il lupo, e cane e lupo s'addentarono. Allora venne fuori la mamma con un grosso bastone in mano, e giù
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Al terzo piaceva giocare alla palla, ma quella mattina non giocò alla palla. Prestò i suoi servizi a un droghiere e rincasò con una boccetta d'olio e
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levando gli occhi scorsero in lontananza due figure che s'avvicinavano con gesti di saluto. Erano babbo e mamma che avevano scorto i propri figliuoli
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con cura, e ogni tanto abboccandone qualcuno. Erano così dolcigne e così profumate quelle fragole! Quando il cestello fu ripieno, i due ragazzi si
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mamme degli orfanelli. Dormono i vecchi nonni con le barbe bianche. Dormono le nonnine che si stancarono di filare. C'è anche qualche bambino... Quassù
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vita. Ma il fanciullo quel giorno era svogliato, ed ecco perché il suo còmpito è pieno di errori. Eccone un altro, di bella scrittura e con pochissimi
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PIERINA E LA RICOTTINA Pierina va al mercato a vendere una ricottina. Pensa: - Vendo la ricotta e ricavo tre soldi. Con tre soldi compro due uova. Le
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molto giocare alla trottola, ma quella mattina non giocò alla trottola. Andò da un ortolano a lavorare, e la sera tornò con un cestino d'erbe e dí patate
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cerchi nel buio, si può sapere perchè giri con quel lumino sotto le ali? La luccioletta non risponde alla domanda del fanciullo. Ma io, che so la
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robusto - ripicchiò la furbacchiola. Il lupo, inorgoglito della lode rispose: - Hai ragione. Si fece avanti e con le fauci sganciò la caldaia dal
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il pollaio, coi canti argentini, ha annunziato le uova di Pasqua. Le campane si sono messe a cantare con voci di gioia. Bel giorno questo è per tutti
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piante salutavano con le braccia immerse nell'azzurro del cielo. Gli uccellini curiosavano e cantavano il meglio che sapevano, saltellavano e svolazzavano
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COSTANZA E PREVIDENZA Sempronio segue con l'occhio una formichetta che, spuntata fuori della sua buca, accorre verso il cadaverino di un bruco
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pascolavano e, per non annoiarsi, si cercava un bel pietrone di tufo, aguzzava un sasso, e con la punta del sasso disegnava le pecorine: faceva i
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voglio farlo con le parole. Proviamo se riesco meglio. E giù a scrivere
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ogni mattina. Qualcuno me ne manca, ma sono sicuro che un bel giorno spunterà e si metterà in fila con gli altri. La mia voce non so come descriverla
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piccini silenziosi, attenti, fissano sulla maestra gli occhietti lucidi come capocchie di spillo. Ad un tratto, una ranocchietta sbuca dal verde, con
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MIA SORELLA «Sempronella ha un anno meno di me. È di poco più piccola, di poco più grassottella. I suoi occhi sono grandi e azzurri, con le ciglia
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con panni grigio-verdi, gli misero un elmetto in testa, gli diedero un fucile in mano, e dopo qualche mese lo mandarono in trincea. Pinotto si disse
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donna con una gerla sulle spalle. - O quella donna, dite, si va per qui al mulino? - Andate sempre avanti, fino a che non troviate un sentiero a destra
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dal chiodo. - Correva lesta, la lepre? - domanda curiosetta Sempronella. - Veniva giù trotterellando; appena mi ha veduto si è messa a galoppare con
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del ruscello che scorreva per la china, ma, giunti davanti al mulino, lo trovarono chiuso, con la ruota immobile. l ragazzi bussarono all'uscio, nessuno
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, ognuno con un virgulto di salice in mano, in capo al quale è legata la carne di un pesciolino mezzo fradicio, attendono, spiano, col respiro sospeso, con
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neanche stampare un O con un bicchiere. Le sarei riconoscente se m'insegnasse a scrivere! E Sempronella: - Io non so contare più là del due. M
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, costruito da un re antico, che dicono fosse un mago. Chi lo passa con qualche bugia sulla coscienza e non la confessa prima, si leva un vento improvviso
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LA COTTURA DEI GAMBERI Tornano a casa i ragazzi con il frutto della bella pesca. Maestro Saverio li attende un po' impazientito, poichè le prime
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un povero vecchio paralitico, che non poteva più scendere di letto. Rimase con lui un uomo della famiglia, finchè vennero i soldati con una zattera e
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loro sguadi, e sulle onde che si inseguono essi gittano la minuscola imbarcazione; essi varano con grida di gioia il vascelletto di carta, destinato a
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soddisfatto e contento di avere in sorte un babbo simile. E quando incontrava un compagno di ritorno dalla scuola, con la cartella dei libri sotto il
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compagno di ritorno dalle lezioni, con la cartella dei libri sotto il braccio, non lo compiangeva, nè lo beffava. Diceva solamente: - Se mio padre mi ci
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IL MERLO E LA CANAPA C'era una volta un merlo nero nero, con un bel becco giallo, che, quando aveva mangiato e bevuto, cantava come un organino. Una
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viottolo le due o tre gallinelle che possedeva, brontolava un po' con quel pigrone del gatto che osava chiederle la colazione con insistente miagolìo
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Sempronio e Sempronella
partire per un lungo viaggio. Chi sa se un altro anno ci rivedremo? E addio a lei, caro maestro; addio con le lacrime agli occhi e con il cuore così
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piccoli e le piccole con i visini rivolti verso di lui, con gli occhietti vivaci, con le fronti incorniciate da capelli biondi o bruni o castani
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TORNANO AI MONTI Sempronio e Sempronella tornano ai monti. Hanno annunziato ai genitori il loro arrivo con una letterina spedita giorno innanzi. Nè
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dell'antica stradetta mulattiera, quella che tutti battevano con stento e fatica, correva ora la strada carrozzabile larga e pianeggiante: correva tra le rive
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leggere e a scrivere. Sono insieme con noi tanti fanciulli e fanciulle. Chi ha i capelli biondi, chi li ha bruni, chi ha le scarpe di contadino e chi
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istante a una fontana che chiocchiolava lungo la via. La fontana non c'era quando essi lasciarono il paese. Essa era stata costruita insieme con la strada
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