Sempronio e Sempronella
- Vorrei andare a scuola e non posso. - Perchè non puoi? - Mio padre non vuole. - E perchè tuo padre non vuole? - Dice che la scuola è lontana e
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vedere il suo piccolo mulino. - Questa è la ruota che gira sempre finchè c'è acqua e fa muovere la mola. Sotto la mola si butta il grano a stritolare
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studiare, per potere un giorno essere utile al proprio paese. Egli non sapeva ancora che cosa sarebbe stato di lui in avvenire. Che mestiere avrebbe fatto
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gatto, il quale credeva che le due frittelle fossero per lui, e in un lampo gatto e gallo s'azzuffarono. Proprio sul più bello arrivò il cane: e già
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dei rami. Gli albicocchi a spalliera rivestivano tutto un muro e mostravano i bei frutti gialli, che facevano venire l'acquolina in bocca. - Nel
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un pacchetto di sale. Al quarto piaceva molto leggere e scrivere, ma quel giorno non potè fare ciò che gli piaceva. Uscì, andò pel bosco e fruga
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còmpiti potessero parlare racconterebbero al maestro come sono stati fatti. Essi direbbero al maestro ciò che gli scolaretti non gli dicono. Ecco un
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uova le metto sotto la chioccia e nascono due galletti. Li vendo e compro una pecorina che farà due agnellini Li venderò e comprerò una vitellina che
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STORIA DI CINQUE FIGLIOLI C'era una volta un babbo, che aveva cinque figlioli. Il babbo era vecchio e non poteva più lavorare. Era povero, senza un
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STORIA DEL FANCIULLO STUDIOSO E DELLA LUCCIOLA - Luccioletta, che vai col tuo lumino, come uno che cerchi qualche cosa pei campi, si può sapere che
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SEMPRONELLA FRA GLI UCCELLINI Il suolo era gelato. La neve, cadendo, infarinava ogni cosa. I passerotti, sorpresi nell'ora che sogliono svolazzare in
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fuoco, dinanzi alla fiamma che ha tante lingue rosse, che parlano, cantano, zufolano, schioccano.
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addentare l'avversaria. Ma la volpe furba gli disse: - Lap! lap! prima ti voglio invitare a pranzo e poi mangerai me. - Che mi offri da mangiare? - Un
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scuola non c'è ancora. Senipronio e Sempronella sono così ignoranti, che non sanno quale è la destra e quale è la sinistra. Incontrano un vecchietta che
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piante salutavano con le braccia immerse nell'azzurro del cielo. Gli uccellini curiosavano e cantavano il meglio che sapevano, saltellavano e svolazzavano
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Il cucù, grosso come una tortorella, si rimpiatta tra i rami e fa cu cu, cu cu, come giocasse a nasconderello. Gli sciocchi dicono che chi sente
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COSTANZA E PREVIDENZA Sempronio segue con l'occhio una formichetta che, spuntata fuori della sua buca, accorre verso il cadaverino di un bruco
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GIOTTINO PITTORE A Sempronio piace molto il disegno. La voglia di disegnare gli venne un giorno che il maestro raccontò la storia di Giotto. Giotto
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o un bel papavero. Se egli avesse avuto una scatola di colori avrebbe anche dipinto; ma pensando a Giotto, che cominciò a disegnare sul tufo
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? Sempronella guardò curiosa, e capì che era il ritratto di un fanciullo; ma non s'accorse che assomigliava a Sempronio, e non seppe dire altro che
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ogni mattina. Qualcuno me ne manca, ma sono sicuro che un bel giorno spunterà e si metterà in fila con gli altri. La mia voce non so come descriverla
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LA SCUOLA NELLO STAGNO Il guaio è che Sempronio e Sempronella non sanno da che parte è la sinistra. Prendono a destra e vanno a finire sull'orlo
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guance. Essa ha il naso piccolo, che guarda all'insù. I suoi capelli sono biondi, lunghi, lisci, più fini dei miei. Sempronella ha una boccuccia dove
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, quindici anni aveva lavorato per imparare la propria arte. E studia che studia, lavora che lavora, prova e riprova, a vent'anni era maestro nell'arte
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IL VOSTRO RITRATTO Ognuno di voi provi a fare il proprio ritratto. Chi vuol disegnarlo a penna o a lapis, avanti, ci si provi! Ma credo che ognuno di
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mulino, - salta su Sempronella - e chi sa che il mulinaro non mi dia un po' di crusca per le mie galline. Sempronio afferra un bastoncello, Sempronella
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, l'avete incontrata la lepre? - domanda egli ai ragazzi. - Noi, no. - È passata qui davanti poco prima che voi arrivaste. - E perchè non avete tirato
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del ruscello che scorreva per la china, ma, giunti davanti al mulino, lo trovarono chiuso, con la ruota immobile. l ragazzi bussarono all'uscio, nessuno
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PESCA IN ACQUA DOLCE Si pesca. Sempronio, Sempronella e compare Festo non lasciano più vedere che la schiena, tanto sono curvi sulla gora. Hanno
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' insegna l' aritmetica, perchè io possa almeno contare le uova che mi fanno le galline? - V'insegnerò tutto quello che volete - risponde maestro Saverio
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, costruito da un re antico, che dicono fosse un mago. Chi lo passa con qualche bugia sulla coscienza e non la confessa prima, si leva un vento improvviso
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gamberi! - esclama il maestro, che ne è ghiotto. - Bisogna cuocerli subito. - Li coceremo. Ho la mia ricetta. E la brava bambina si mette subito a
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vederci disegnata la faccia di un uomo, col naso, gli occhi e la bocca. La genie dice che quella è la faccia di Caino. Una sera la luna fece uno
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loro sguadi, e sulle onde che si inseguono essi gittano la minuscola imbarcazione; essi varano con grida di gioia il vascelletto di carta, destinato a
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IL CONTADINO E LA SCUOLA C'era una volta, in un paese lontano lontano, un povero contadino che aveva tre figli. Il maggiore si chiamava Rustico, il
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campi, fra i giochi e le corse, e gli piaceva molto più andarsene a caccia di nidi, o prendere a sassate le lucertole che si trastullano al sole sui
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anche a lui: «Io non voglio che tu perda tempo a scuola; preferisco mi dia una mano nei miei lavori». E Domestico ubbidiva. Ma quando incontrava un
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IL MINISTRO DEL RE Capitò un giorno a passare da quelle parti un Ministro del Re. Vide Desiderio ch'era molto triste, e gli domandò: - Che hai? Il
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DESIDERIO Chi soffriva era il più piccolo. Desiderio. Egli aveva una gran voglia di studiare, di leggere libri: la vista dei compagni che sapevano
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LA LEGGE Il Ministro chiede un'udienza al Re e gli espone il fatto. - Maestà, bisogna provvedere, non soltanto per questo fanciullo, ma per altri che
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IL MERLO E LA CANAPA C'era una volta un merlo nero nero, con un bel becco giallo, che, quando aveva mangiato e bevuto, cantava come un organino. Una
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visitare quello di un signore amico suo, che abitava poco fuori del villaggio. - Il signor Cominetti - narrava il maestro cammin facendo - accudisce lui
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TUNA, LA TESSITRICE Il suo nome era Rosa, ma tutti la chiamavano Tuna. Tuna, da Fortuna, poichè la buona vecchietta soleva dire che la fortuna del
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campi li avevano fino allora allevati. Maestro Saverio è stato per essi meglio di un babbo. L'amore che i due scolaretti gli portano, è un amor di
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SI CHIUDONO LE SCUOLE Ora ecco che, venendo l'estate, chiudendosi le scuole, Sempronio e Sempronella hanno da tornare su ai monti. La gioia dei loro
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raggio del mattino, al tocco della luce. Ed ora il maestro rimane solo. I saluti che gli porgono gli scolaretti lo commuovono come se i piccini fossero
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accaduta. In vece del sentiero di allora, che serpeggiava fra i campi e i boschi, adesso c'è una bella strada larga e battuta, che li mena verso la loro
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lontano paese, e d'estate le carozze recheranno a frotte i villeggianti, che prima andavano su rari rari in groppa ai somarelli. Quando i nostro due
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Terenzio, per avvisarli che essi non torneranno in montagna se non quando avranno imparato ben bene a leggere e a scrivere. Cari genitori, siamo scesi al
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BABBO, MAMMA! I nostri due viaggiatori stavano per giungere al paese. Si scorgeva, tra gli alberi fronzuti, la vetta del campanile: le campane che
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