Racconti fantastici
quale fosse la mia meraviglia nel ravvisare in lei quella stessa fanciulla che aveva guardato con tanto affetto e con tanta insistenza il mio
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sensi, le mie facoltà, le mie idee, tutto era concentrato in quella vista, tutto mi attraeva a lei; io voleva sollevarmi, discendere dal letto, uscire
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essendo giunto alla sua alcova, si buttò sul letto, e disse: «Io vengo a dormire con lei, signor barone.» In quell'intervallo di riposo, le sue idee
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lei, e della sua forza, e della facoltà di governarla, la maggiore responsabilità delle nostre opere e dei nostri divisamenti. L'egoismo che sembra
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che io conosceva, nelle quali aveva vissuto un tempo con lei. Quella vista mi animava a correre in suo soccorso, ma non lo poteva; i projettili
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trassero di senno: mi avventai sopra di lei, e la percossi col mio bastone. Fui arrestato, e chiamato a render conto di questa violenza. I giudici
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