Nanà a Milano
. Alcuni altri frammenti io pubblicai prima d'ora, in qualche giornale italiano e non riusciranno nuovissimi a chi per caso li avesse già letti in que
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della loro piccola fede nei mezzi morali, la mania degli affaristi e le orgie dell'agiotaggio erano al colmo. I giornali onesti in que' giorni non
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suo cordoglio. Ne era stata consolata con una frase francese: " Il faut que jeunesse se passe" passe"Stavano dunque radunati nel salotto attiguo alla
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volessi farmi dire tutti que' nomi, saresti bravo. Mi ricordo di quello di un solo: del conte Enrico O'Stiary. Lo conosci? - Di vista, - rispose Marliani
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solini da collo che perdono la bava dall'orlo, è un'operazione che le stiratore non si attentano di fare per loro conto, e che spetta a que' poveri diavoli
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so dire ch'egli è un libertino di prima forza, altro che prete. Correva in que' giorni la voce che l'autore del Faust volesse farsi uomo di chiesa
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que' due poveri giovani, che gli avari parenti tenevano tanto a stecchetto. E si fidava tanto di loro! E sapeva dar loro di quando in quando dei così
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non contano. Si sa bene. Il faut que jeunesse se passe! - Benissimo! - disse Sappia. - Dunque allora questa sera io potrò darle una risposta; tenterò
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quella donna infame? A questo punto la chimica - per modo di dire - amorosa di que' due amici diventava assai complessa e confusa. Enrico si credeva di
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vide sulla di lui fisonomia uno di que' buoni sorrisi arguti, che il d'Arco possedeva quando stava per dire qualche cosa di molto bello e di molto
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noncurante serietà che caratterizza la gioventù della giovine Francia, più gloriosa ancora dopo i rovesci, uno di que' Francesi che in Italia stanno
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, continuando colla intonazione semienfatica con cui aveva incominciato. - Fuori di questo non c'è salute. Il Sappia era un di que' giovani, che quando
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