Nanà a Milano
altrettante differenze di linee, di tinte, di chiaroscuri e di avvenimenti. Ma Nanà giunta a Milano non era più nè poteva essere più la stessa donna ch'ella
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Cointeressata. Noi non scriviamo un periodo di storia contemporanea, ma siamo pur tenuti a dirne quel tanto che basti a quei lettori, a cui ora sorride la più
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Nanà a Milano
sembrar una scema in faccia a chi non l'apprezzava. Essa aveva molta schiettezza in cuore, ma aveva pur anche molto criterio e molta finezza in cervello
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consequence È il cugino del mio albergatore; l'ho pregato io stessa di accompagnarci. - Ti fa la corte? - Ma neppur per ombra. - E mi risponderai alla
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sentimento delicato, ombroso, superiore ad ogni idea di risparmio, inavvertito spesso, ma sempre vigile e tiranno per conto proprio, il quale si ribella
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andarli a trovare, ma che desiderando pure di essere a loro raccomandata, per non far torto a' miei amici di Parigi, li invito a pranzo. Così
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Lo studio di Enrico era piccino e modesto, un vero studio da dilettante di buon gusto; ma quanta luce e quanta bella roba in esso! Il sole vi entrava
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ascolto al proverbio e s'era messa in capo di arricchire, vendendo acquavite chic ed altri gèneri; ma non riusciva ad accozzar la cena col desinare
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bene fra tutti quanti. Enrico, il giorno prima, aveva portato a Nanà i diecimila franchi avuti dalla ditta Marliani e C., e Nanà li aveva accettati; ma
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- rispose ella ridendo - ma allora io non ti conoscevo come ti conosco adesso e non sapevo che tu mi avessi amata così. Oggi io, pigliandoti, sposerei
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abbia conosciuto, e ti giuro che la prima volta che lo trovo, lo provoco e mi batto con lui all'ultimo sangue; ma prima gli dico il bel mestiere che
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m'aspettava? - Ma sì, certo che l'aspettavamo tutti - disse il notaio. - Però credevamo che lei venisse colla seconda corsa. - Ho dormito a Como
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accogliere un uomo che esce colle labbra roride dei baci d'altra donna. Ma capiva quasi per intuizione questo vero, e si disperava di sentire in cuore che il
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avesse mutato di casa e aveva giurato di finire in essa la sua fortunata carriera. La casetta, dall'umile apparenza, ma tutta leggiadra e artistica di
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moglie, e la partenza di Enrico per il collegio, non aveva mutati d'un pelo l'ordine e l'ampiezza dell'aristocratica magione. Ma ora? Che cosa avrebbe
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