Nanà a Milano
Gli svegliarini critici dei nostri giorni sono tanto scorbellati, che se l'autore d'un libro non ha la precauzione di spiegarsi un poco, su ciò che
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Zola racconta che arrivò un momento in cui la sua posizione a Parigi le divenne insoffribile. Sopraffatta dai fantasmi miserabili e cruenti della sua
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In casa Martelli la conversazione, tanto più se presente don Ignazio, era la cosa più gaia e più spiritosa che si possa imaginare. E, sopratutto
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La sera dopo al teatro Milanese si dava una rappresentazione mista in dialetto ed in francese. La nascente compagnia ambrosiana lasciava il posto ad
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camere mobiliate milanesi, ancorchè gentile ne sia la padrona che la rigoverna soffice il letto e a buon mercato la pigione. C'è in molt'uomini un
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rimettermi al teatro, avrei cattiva grazia se rifiutassi l'onore di fare la vostra conoscenza. "Avendo stabilito adunque di riunire in casa mia i signori ai
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. Ma che sorta d'amore era il suo? Non amava egli già la sua Elisa? Ahimè! Quella sera che Enrico aveva veduta Nanà, per la prima volta, scender dal
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Fra le segrete nemiche di Nanà, la più invidiosa, la più astiosa, la più caina di tutte era la bella acquavitaia. Dal giorno del pranzo era partita
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Nanà a Milano
Siamo in villa, sul lago di Como. Potevano essere le otto d'un bel giorno di settembre. Il notaio faceva il suo solito sonnetto del dopo pranzo. La
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La storia della lotta fra la passione d'Enrico e la calcolata freddezza di Nanà - è inutile dissimularlo - non potrebbe essere cosa nuova, per la
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nominati, la signora Fanny, la padrona di casa, la Luisa, Bonaventuri e Cantis. I Francesi erano partiti da Milano. Marliani s'era seduto accanto a
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mio pupillo, mi imagino - disse don Ignazio. - No signore. È il signor Aldo Rubieri. - Ah, tanto meglio! - sclamò il notaio; e deposta la forbice gli
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L'anima appassionata ha le sue rivoluzioni come la storia dei popoli. Lo spirito sotto l'aculeo dei tormenti morali si trasforma a poco a poco
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Aldo Rubieri, nel tempo che aveva molti debiti e poche commissioni, abitava fuori di una porta della città. Si era fatto corpisantino, e là nel
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sostanza se non compiuti i ventiquattro, come portava la legge che vigeva al tempo degli Austriaci. In caso che l'erede avesse voluto fare opposizione
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