Nanà a Milano
Gli svegliarini critici dei nostri giorni sono tanto scorbellati, che se l'autore d'un libro non ha la precauzione di spiegarsi un poco, su ciò che
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piena di curiosi misteri per gli ingenui e per i moderati. Certo non è nostra intenzione di rimestare politicamente il fango della Regia
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vivo e così sentito, che gli amici di casa, gente avvezza a tutte le ipocrisie, a tutte le smorzature, a tutte le banalità delle solite conversazioni
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avrebbero potuto stare dieci marmocchi. In quel punto gli astanti che non potevano più reggere, scoppiarono in una fragorosa unanime risata. - Ah
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sera innanzi, col resto tentare per l'ultima volta la sorte. Se questa gli fosse stata avversa si sarebbe fatto saltar le cervella. Lo aveva fissato e
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confessato, che se ella gli avesse comandato di buttarsi giù dalla finestra, le avrebbe obbedito sull'istante. Lo volle presente anche lui, e lo chiese in
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a larghe ondate, rischiarandolo tutto in modo uniforme e ricercando gli àngoli più riposti, dove il conte aveva collocati due capolavori della scuola
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floscio le spenzolava allora sulla bazza; gli occhi stessi, che nei giorni rari di lietezza - se le capitava, per esempio, di vendere una ventina di
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ammirarla; e in quel punto sentì il suo amore per lei moltiplicato dal dispetto e dal tormento che Nanà gli aveva fatto durare il dì prima; le si mise
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arrestava negando, con un sangue freddo e una costanza, che avrebbero fatto onore a Penelope e a Lucrezia romana. - No, Enrico, no - gli diceva
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Nanà riceveva in casa gli amici ai venerdì; quel giorno era appunto di venerdì, Enrico decise di non lasciarsi vedere. Gli seccava di mostrarsi
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. Egli stava in giardino a potar i suoi fiori, quando il domestico gli annunciò una visita sbarcata poco prima dal vapore. - Sarà quel capo scarico d'un
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, quella stessa sua verginale indifferenza intorno al motivo sensuale, che allontanava da lei il suo giovine amante, e la stima immensa che essa gli
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popolato da tutte le imagini, da tutte le finzioni, da tutti i progetti della sua geniale fantasia; memorie imagini, finzioni che gli avevano
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, secondo lui, non mancavano. Egli era fuggito dal collegio dei Barnabiti, adolescente ancora, per correre a combattere gli Austriaci con Garibaldi
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