Nanà a Milano
ha inteso di dire e di fare, va a rischio di sentirsene a dir delle belle. Per prima questione s'affaccia quella della scuola o del genere. Che ormai
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comparire alle Cascine di Firenze, un bel giorno di maggio del 1869, ella avesse fatto davvero una corsa nei paesi barocchi come disse lo Zola. Chi lo sa
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, libera assai. Bastava infatti, che non si parlasse in alcun modo di donne, nè di romanzi, nè di santa Chiesa; bastava non si parlasse male nè del sistema
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metà di dilettanti milanesi metà di comici francesi. Per lever de rideau la Giannella recitava una farsa del Duroni, a cui faceva seguito una commedia
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, non aveva alcuna nozione nè innata nè acquisita del buon gusto. Filippo, da parecchi mesi, trovavasi in una terribile crisi finanziaria. Aveva fatte
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Fra le otto dichiarazioni d'amore, ricevute da Nanà quel tale venerdì, non ce ne furono che due fortunate e degne di risposta: quella del Marliani e
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dodici giorni da quello del pranzo di Nanà. Il di lei ritratto era a buon porto, e molto riuscito. L'amore aveva fatto far miracoli al pennello di Enrico
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Fra le segrete nemiche di Nanà, la più invidiosa, la più astiosa, la più caina di tutte era la bella acquavitaia. Dal giorno del pranzo era partita
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Siamo in villa, sul lago di Como. Potevano essere le otto d'un bel giorno di settembre. Il notaio faceva il suo solito sonnetto del dopo pranzo. La
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d'amore, ella si mise sul tabourè del piano e cominciò a cantare la cavatina di Verdi. Enrico restò come atterrato. Egli non conosceva ancora quella donna
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presso di lei in faccia a Rubieri, a Sappia, a Marliani, a Salis, a Bianconi, che forse sapevano del suo attaccamento per Nanà, e avrebbero indovinato il
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pariginaSuonavano le nove e mezza di mattino al campanile del villaggio sul Lario, che sorgeva a un tiro di pistola dalla villa del notaio Martelli
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transazione del cinquanta percento. - Posso mettere anch'io una parola? - soggiunse donna Eugenia. - Sì, la dica lei - sclamò il marchese - che sono
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Galleria Vittorio Emanuele e lo studio di Aldo Rubieri. Una piccola carovana, uscita dall'albergo Reale un dopo mezzodì di agosto del 1869 s'avviò allo
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Nell'ottobre del 1866, moriva in Milano di pneumonite il vedovo conte Guglielmo O'Stiary dopo una fiera malattia di cinque giorni. Lasciava un
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