Nanà a Milano
l'avevano tanto disprezzata, la soggiogavano. Le difficoltà stesse ch'ella prevedeva dovessero insorgere per giungere alla stretta dei nodi, aguzzavano
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felòmeni! felòmeni!Nanà e i suoi due compagni s'erano fermati presso la Giannella e avevano udito quel singolare diverbio: "Ma è la Tatan Nenè sputata
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smerigliati, a destra e a sinistra d'un altro uscio, che metteva nel cortile. In tal modo i tratti del loro viso restavano in ombra mentre essi avevano il
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insolente le aveva detto a Parigi. Era dunque necessario un pubblico. Quale pubblico migliore di coloro che le avevano già protestato ammirazione ed
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prezzi e rompeva loro continuamente le scatole, perchè comprassero delle bottiglie di cui non avevano bisogno. Romea presentava una particolarità molto
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ed Enrico non era comparso ancora. Già due o tre volte Marliani e Sappia le avevano notato questo ritardo. C'erano quella sera dalla Nanà oltre i due
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popolato da tutte le imagini, da tutte le finzioni, da tutti i progetti della sua geniale fantasia; memorie imagini, finzioni che gli avevano
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egli avesse avuto voglia di dire la verità, avrebbe dovuto rispondere a Enrico che la Nanà, lui e Marliani, l'avevano conosciuta da madama Tricon
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