Nanà a Milano
ha inteso di dire e di fare, va a rischio di sentirsene a dir delle belle. Per prima questione s'affaccia quella della scuola o del genere. Che ormai
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Sulla fine dell'ammirabile istoria naturale di quella sua Nanà, - della quale non amo credere esistano troppi esemplari nemmeno a Parigi - Emilio
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Garibaldi, nè di Vittor Hugo, del resto si era perfettamente liberi di ragionar di tutto, e d'altre cose ancora. La Elisa era la sola a cui suo padre
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metà di dilettanti milanesi metà di comici francesi. Per lever de rideau la Giannella recitava una farsa del Duroni, a cui faceva seguito una commedia
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camere mobiliate milanesi, ancorchè gentile ne sia la padrona che la rigoverna soffice il letto e a buon mercato la pigione. C'è in molt'uomini un
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quella del conte Enrico O' Stiary. A lui Nanà rispose così: " Signore Signore"Voi desiderate essermi presentato? Io straniera, libera di me stessa
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a larghe ondate, rischiarandolo tutto in modo uniforme e ricercando gli àngoli più riposti, dove il conte aveva collocati due capolavori della scuola
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dolce nome di Romea, che è il femminile dell'amante di Giulietta. Giulietta.C'è a Milano un proverbio che dice: offellee fà el to mestee
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signora Eugenia era salita a trovare la cameriera, che s'era messa a letto con un febbrone. Elisa era uscita sul terrazzo, che dava sul lago, e stava
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ed essa calcolava; perchè egli pativa ed essa godeva. Quel ruolo di donna onesta non è a dirsi come qualche volta pesasse anche a Nanà. Ella amava di
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presso di lei in faccia a Rubieri, a Sappia, a Marliani, a Salis, a Bianconi, che forse sapevano del suo attaccamento per Nanà, e avrebbero indovinato il
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pariginaSuonavano le nove e mezza di mattino al campanile del villaggio sul Lario, che sorgeva a un tiro di pistola dalla villa del notaio Martelli
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L'anima appassionata ha le sue rivoluzioni come la storia dei popoli. Lo spirito sotto l'aculeo dei tormenti morali si trasforma a poco a poco
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, molto bianco. Quando poi diventò poco meno di celebre, ed ebbe soddisfatti i suoi pazienti ed onesti creditori, egli si era talmente affezionato a quella
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, secondo lui, non mancavano. Egli era fuggito dal collegio dei Barnabiti, adolescente ancora, per correre a combattere gli Austriaci con Garibaldi
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