La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi
fanatico sacerdote della scienza, nel giornale il quale traffica opinioni e coscienze, nell'osceno libello settimanale; fede nell'agitatore politico cui
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cui coscienza era già vigile ad una prima, remota, confusa voce di Dio, saliente a tratti dal profondo della coscienza.
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più minuti particolari esige delle sottigliezze di ragionamento od uno sforzo di volontà di cui molti, oggi specialmente, non sono capaci. E se molti
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un unico processo, in cui tutta l'anima e tutta la coscienza morale sono impegnate. Quel sentimento che insorge contro un presente giudizio di valore
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termini, l'uno dei quali è la inciviltà, da cui uscimmo, l'altro la religiosità, che tanti paventano.
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, su cui fluttua, luce mobile la quale illumina solo alcune parti del piano superiore, la coscienza, ha deposto tante forze e tendenze di male: antica
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suoi fini e del suo essere, diremo così, definitivo. Ma questa autonomia dello spirito il cui senso dà alla nostra psiche il sigillo della personalità
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quantità di atti di tendenze di volizioni in cui rimane l'incertezza od il caos. Solo uno scopo che sia capace di prendere per sé tutta una vita, solo
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tanto più facile e più frequente dal peccato di coloro che ci circondano: ed ai giovani, nel periodo in cui il più spesso si decide tutta la loro vita
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intellettuale in cui il precetto di vita era stato già tradotto in una teologia, più che alla precisione storica dei fatti, mira all'esposizione acconcia della
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V. La breve missione di Gesù fu seguita dalla morte. Nella società in cui un normale equilibrio delle forze di imitazione e di ripetizione, sulle
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viva e perenne della coscienza umana rinnovata e rifusa in Dio di cui tale morte segnò l'ingresso definitivo e riparatore nel mondo, ha fatto veramente
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; ma ogni piano più profondo pervade e penetra il precedente, di cui è come il significato nascosto, l'aspetto interno e misterioso. In Cristo i
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preparazione storica del Vangelo e lo studio delle varie cause del dramma finale da cui sorse la religione nostra sono tanto più istruttive per noi in quanto
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Altri invece, per un eccesso opposto, si abbandonano ad elementi fantastici, il cui effetto è di determinare ed impiccolire la figura di Gesù e di
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tradizioni e di abitudini d'ordine sociale in cui le anime trovano l'alimento e la vita, come nel corso di questo mese abbiamo sovente avuto occasione
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con cui il cristiano entra in comunione con la divinità ed acquista da essa forza e virtù. Primo di questi riti è il battesimo, sul quale oggi ci
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fedeli senza avere ricevuto il battesimo; egli possiede Dio, perché è nella carità, e chi possiede Dio è per ciò stesso nell'unità delle anime il cui
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, compiuta da altri, e precisamente da quelli nelle cui mani è, per inevitabile necessità di fatto, la prima formazione del bambino e del fanciullo, come
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nella misura in cui essa viene distribuita fa di questi singoli soci strumenti più o meno adatti ed efficaci della vocazione comune: l'avvento del
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incertezza che noi riscontriamo nell'assegnare l'epoca in cui il sacramento della cresima debba essere amministrato ai fanciulli. Anzi noi vediamo come
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V. Vi sono dei doveri, verso la società cui si appartiene, quali solo in periodi di crisi o di eccezionale gravità ci si chiede di compiere. Così
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- In questa comunione di anime fra sé e con il loro Dio, in questo circolo chiuso di vita spirituale in cui la presenza divina, vincolo di unità
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nostra attività interiore ed esterna in armonia con un precetto oggettivo e, nella sfera della nostra esperienza, universale ed assoluto, la cui portata
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colpa o del peccare; le cui origini psicologiche sono e dentro di noi, nella nostra coscienza, dove tanto male e tanta negligenza passata accumularono
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Questo mondo delle anime e dei valori morali altra cosa dall'altro, visibile e tangibile a tutti, in cui si esercita la nostra esperienza diretta ed
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delle lamentatrici, oggi alcuno in cui si è spenta la fede, mosso da riguardi esterni e terreni, paga al prete il conforto per i viventi ed il
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, dai sopravvenienti dall'unione, dai figli; la cui educazione morale, la cui anima, la cui vita ventura esige perenne e vivente l'unità del ceppo dal
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III. Nulla mostra meglio l'attitudine e l'esigenza profonda, che è nell'uomo, di elevarsi ad una vita spirituale cui sia guida un quasi divino
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Questo insegnamento non avrebbe valore se riferito alle condizioni ed all'esperienza sensibile e terrena della vita, in cui così spesso il male
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La religione ci è indicata come una vera società di fratelli in cui il Padre, e l'amore di Lui, diviene vincolo che tolga gradualmente ogni asprezza
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lati della professione cristiana che non sempre sono, come dovrebbero, presenti alla coscienza dei nostri fedeli, e la cui trasgressione snatura ed
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Ma il dovere del clero non è tutto nell'imprimere a queste riunioni sacre, in cui i fedeli partecipano alla carne ed al sangue del Signore, il
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astratte, cui la vita non rende testimonianza, e di riti esterni, sì che poi la sostanza vera di esso ci sfugge: e la nostra illusione giunge a tal segno che
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essere spirituale; nel profondo di questo, accumulati e variamente stratificati, soggetti sempre ad una elaborazione e trasformazione il cui processo
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mutamenti spirituali profondi, per un'intima forza di cui non ci riesce di renderci conto; il ricordo di un morto caro ci accompagna talora nella vita con
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Questa reazione della coscienza alle vicende in cui essa vede violate le sue idee ed aspirazioni etiche non fa in fondo che applicare parzialmente e
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operare pensando al valore etico delle nostre azioni ed alle responsabilità che noi contraiamo con esse dinanzi al Volere divino, cui non è dato sfuggire
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E pensare al giudizio universale vuol dire ricordarsi che ognuno di noi ha nella vita una sua piccola parte da compiere, in un disegno più vasto, cui
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Quantunque il problema della sorte che attende il nostro essere spirituale dopo la morte, la quale è il momento in cui l'organismo nostro cessa di
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del bene: espiazione dolorosa, delle cui condizioni di durata e di intensità nulla ci è noto. Solo ci è noto che le anime poste in tale stato sono
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cui hanno pigramente aderito tutto il bene, rigettando nel campo dell'altra tutto il male. E spesso taleopposizione cieca e sommaria ad agitazioni che
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VII. Voi potete ora, signori, dopo quel che vi ho detto, giudicare facilmente quale sia il valore della religione il cui precetto primo e
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cui non restano che ritagli di tempo e di attenzione?
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IV. Di questi cristiani, la cui vita non rende una soddisfacente testimonianza al valore morale della religione da essi professata, ve ne saranno
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visibili, che sono l'oggetto delle affermazioni e contestazioni giuridiche, scorge un bene più vasto e più elevato, base del cui possesso è, non già
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degli individui, la redenzione di essi dall'egoismo, principio e legge del male, e l'inserzione in una società di anime in cui un divino principio di
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Il cristianesimo, noi già sappiamo, stabilisce all'attività morale dell'uomo una norma di bene cui la coscienza di lui debba gradualmente aprirsi ed
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creduti come di norme della vita, quell'abbandono per cui appunto la fede è “sostanza di cose sperate”, ossia principio di speranza e di volere
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VI. Cercate ora di dove questa fede vi è venuta; voi dovreste rifare il processo di tutta quanta la vostra vita. Dalle prime parole il cui
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