La questione meridionale
Ho accettato, io siciliano, di parlare in Bologna sulla Questione Meridionale non solo per un senso di carità sentita verso il natio loco, troppo
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ambientali, per cui oggi, dopo quarantatre anni di vita unitaria nazionale, noi non siamo meglio conosciuti dai fratelli del Nord, di quando eravamo
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, per averne delle impressioni per quanto sincere altrettanto fugaci. Noi non ci conosciamo; e lo stacco si rende tanto più reale, quanto ancora non si è
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pretesto per affermarsi sulle condizioni politiche diverse, da creare lo stacco vero, reale, di due Italie che si guardano in cagnesco; con la differenza
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Penetrare nell'intimo del nostro problema meridionale è per molti, per moltissimi, come penetrare in una contrada inesplorata, della quale i geografi
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democratico cristiano, ma che anzi lo tocca abbastanza; per cui son sicuro che l'interessamento per il principio nazionale si unirà quello di un
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un vitalissimo problema di vita nazionale, che non sfugge alla nostra attività di cattolici, per quanto limitata, e alla quale anche l'alta e media
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più forti tarli di vita interna, che per molto tempo ancora intristirà e aduggerà molte energie e potenzialità.
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più complesso fattore psicologico e storico. E bisogna partire da questo concetto fondamentale e affrontarne la analisi, per avere una percezione
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I sensi sono aperti alla vita, e a una vita molteplice in una soddisfazione singola, per cui il sentimento individuale entra più facilmente, più da
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dei normanni dopo, i popoli che può dirsi si siano resi naturali sul nostro suolo o che per lo meno abbiano determinato vivamente la potenzialità
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