La morte dell'amore
§– Bisogna pure riconoscere – proseguì Ettore Baglioni, fra l’attenzione simpatica dei suoi giovani amici – che noi siamo fatti a un modo assai
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, strozzato violentemente dalla persona che noi amiamo e che non ci ama più, il dolore e lo strazio sono massimi e veramente insopportabili. Ciò accade
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cavalletti, come si potranno scoprire i pensieri e i sentimenti degli altri? E, veramente, non facciamo noi l’elogio dei Torquemada quando, per
La morte dell'amore
’avrebbe amata eternamente? Che cosa v’è d’eterno in noi? Non hai tu sorriso degli affidamenti superbi? Poni una mano sulla tua coscienza: alla lunga
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’avrete conosciuta dimenticherete noi tutte". Chi era dunque costei? Forse una bellezza straordinaria? No: io avevo sentito dire, non solo dalle donne
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sorrisi del sole! – Il nostro egoismo si ribella a questo pensiero – soggiungeva Franz.– Poiché noi ce ne andiamo, vorremmo che l’universo s’inabissasse con