La crisi religiosa in Francia (Lettere al "Corriere della Sera")
generale e profonda della massima parte del popolo per quello che si potrebbe chiamare l'aspetto drammatico di questa crisi. Il Governo ha molto
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corto con quella tacita condiscendenza e con quello stato quasi di attesa lenta e longanime che caratterizzò, sotto Leone XIII, la politica della Santa
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Ed allora è avvenuto naturalmente quello che è avvenuto; la grande maggioranza del pubblico francese ha pensato che veramente alla repubblica, se
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Repubblica francese vada a Canossa. Quello che un governo imperiale poté fare, per ragioni di politica interna, allo scopo di avere nei cattolici un valido e
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La Chiesa in Francia ha oramai, nella crisi violenta che abbiamo cercato di riassumere oggettivamente, perduto, o quasi, tutto quello che essa poteva
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edificio i cui vani andavano via via cadendo o rimanevano disabitati. La crisi è quindi insieme un dissolversi rapido e clamoroso di quello che
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cacciar lontano da sé quello che non è esso e di coltivare quello che è veramente esso, di rimuovere uno spirito di dominio assoluto e di passività
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Quello che le carte Montagnini metteranno in luce saranno invece le condizioni interne della Chiesa di Francia alla vigilia della separazione; le
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attecchirono; né oggi varrebbero più a distrarre l'attenzione del clero da quello che è il lato più grave della questione, la crisi interna del pensiero
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