La crisi religiosa in Francia (Lettere al "Corriere della Sera")
, applicate, con una legge recentissima, agli atti pubblici di culto. I preti che celebrano messa nelle chiese aperte di Parigi e di Francia agiscono
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Lo spirito francese è eminentemente logico; esso rifugge dai sottintesi, dagli adattamenti, delle combinazioni nelle quali noi italiani siamo invece
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crescente penetrazione nelle masse dello spirito e del costume democratico e repubblicano. Ora, la Chiesa cattolica è stata per varie maniere, e molto
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All'insegnamento pubblico essi avevano opposto il loro insegnamento, dalle scuole elementari sino alle università cattoliche; nelle città e nei paesi
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profonde ed essenziali del cattolicismo, mentre i fatti avvenuti furono considerati dai più, incapaci di vedere molto addentro nelle cose, come necessità
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La Chiesa, intanto, incomincia a sentire ora tutto il peso delle difficoltà createle dalla situazione. Il clero si trova nelle chiese in una
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dei fedeli ricchi, come nelle grandi città, ma nelle campagne e nei villaggi esse non basteranno certamente a mantenere l'esercizio del culto; e
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L'episcopato francese, nelle sue ultime riunioni, alla Muette, non ha potuto prendere nessuna decisione, perché dall'una parte le disposizioni della
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; altre soppressioni simili seguiranno certamente nelle altre università libere, fondate e mantenute dai cattolici con grandissima spesa, e poste sotto
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fanciulli raccolti nelle provincie francesi più vicine. Intanto si annuncia che è già firmato il decreto che scioglie altre quattro congregazioni: padri
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alle venture elezioni i cattolici avranno ancora minore vantaggio che nelle ultime scorse. La Repubblica si è consolidata ed ha messo radici profonde
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persecuzione religiosa. Ho già detto come essa sia, nelle origini sue, una legge di rappresaglia politica e di difesa repubblicana. È veramente, anche
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, conservato i suoi beni, fatto valere nelle associazioni di culto i suoi principi gerarchici. E vi citano il celebre articolo IV della legge, nel quale è
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Ho letto con attenzione molti documenti delle lunghe discussioni che si svolsero al Parlamento e nelle società sopra indicate sulla separazione; e mi
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conoscenza. delle condizioni nelle quali il cattolicismo in Francia doveva vivere e svolgersi. Quando Leone XIII suggerì ai cattolici francesi il
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ebbero fiducia nel numero di seguaci che credevano di poter raccogliere per una politica di resistenza, e ne ebbero invece troppo poca nelle risorse
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simpatie nelle classi colte e negli ambienti universitari. Il cammino fatto in questo senso nell'ultimo decennio è veramente notevole. Ora una cosa che
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passo, nelle relazioni fra il clero e 1'episcopato e l'episcopato e Roma, sinché non si creò una abitudine, contraria in molte cose al diritto canonico
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errore capitale, colossale, di previsione, che fu comune a tanti, e che ispirò tanti atti, spiega molte cose nelle ultime vicende della crisi-religiosa
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nelle sue dottrine partecipassero tuttavia di quando in quando ai suoi riti, e chiedessero i suoi sacramenti, costituiva una grande debolezza. Non si
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cieca che si è annidato nelle connessure dei suoi organi gerarchici e fa rigidi e difficili i movimenti. La separazione crea condizioni enormemente
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Comunque, di quel che potrà venire dallo svolgersi del cattolicismo nelle nuove condizioni nelle quali esso è stato posto dalla crisi recente, non si
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dell'ultimo Nunzio pontificio in Francia non fosse quasi la confessione dell'inferiorità di una diplomazia che, assorta nelle conversazioni dei salotti
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Alla Chiesa francese mancava, abbiamo già detto nelle nostre precedenti lettere da Parigi, una visione chiara della realtà delle cose e del programma
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Ora la Francia religiosa, all'epoca del ralliement, era ancora, come sotto il secondo impero, una istituzione foggiata spiritualmente nelle forme
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. Nelle contese intellettuali interne del clero, la loro parte era subito scelta, con quelli che ostentassero maggiore il rispetto alla tradizione e
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fiducia del Card. Richard e di Mons. Montagnini, nelle ultime decisive deliberazioni della Santa Sede.
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inesorabilmente determinate da cause storiche le cui radici si profondano nelle più intime fibre del corpo sociale, costituiscono tuttavia una perdita
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