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La crisi religiosa in Francia (Lettere al "Corriere della Sera")

404031
Murri, Romolo 32 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 207-245.
  • Politica
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La crisi religiosa in Francia (Lettere al "Corriere della Sera")

Si è molto scritto in Italia sulla crisi religiosa in Francia e sulla separazione, ma non credo che il lettore italiano abbia potuto farsi, da quel

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, facendo un passo innanzi nella via di un liberalismo, del quale si possono bensì discutere le intenzioni ispiratrici ma non negare le manifestazioni

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commuovesse veramente qua e là ed entrasse in azione: ma quel moto fu in patte fittizio; e per eccitarlo la stampa nazionalista ed antisemita esagerò

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compiersi. All'epoca della morte di Leone XIII molti pensavano che si andava verso la separazione; ma i più credevano che qualche diecina di anni

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Ma un siffatto regime di amministrazione di beni segreto e fiduciario, presenterà certamente grandi difficoltà.

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dei fedeli ricchi, come nelle grandi città, ma nelle campagne e nei villaggi esse non basteranno certamente a mantenere l'esercizio del culto; e

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separazione riconobbe il diritto di costituire associazioni di tal genere; ma i cattolici non possono giovarsi di questo vantaggio.

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vocazioni diminuiscono. Ma le congregazioni religiose avevano molto denaro e, non ostante le spogliazioni delle quali sono state vittime, hanno potuto fondare

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sembra che il conflitto debba assumere proporzioni più gravi. La Repubblica vincerà certamente: ma il fatto mostra le tendenze degli spiriti. Se la

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Ma conviene anche riconoscere che la legge del 1905 non è stata certamente quale essi la volevano; non è Combes, ma è Briand che ha fatto la

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volutamente generica; ma in essa c'è posto, evidentemente, per il riconoscimento della gerarchia e della disciplina cattolica. Il Consiglio di Stato ed i

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tutte le delusioni che ha avuto dai sovrani costituzionali come a delle fatalità le quali sarebbero passate, ma non ha fatto i suoi conti con il

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che la Repubblica volevano abbattere. «Noi avremmo-forse potuto, mi diceva uno dei più eminenti giuristi cattolici francesi, fidarci di Briand: ma e se

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vita, delle quali l'una fa, capo all'insegnamento laico e l'altra alla dottrina cristiana, continueranno a disputarsi le coscienze perennemente: ma noi

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rapidamente il rispetto e la stima del popolo: di molta parte, anche, del popolo che, non crede più e non frequenta più le chiese.. Ma purtroppo, la

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Un altro fatto notevole. Il cattolicismo ha perduto, forse per parecchie generazioni, le masse popolari; ma esso ha, in questo momento, grandi

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dei nuovi rapporti fra la società religiosa e la civile. La proposta dell'episcopato non creava certamente difficoltà od incompatibilità nuove; ma

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può anche accettarla da un momento all'altro ⸺ e sembra ora disposto ad accettarla ⸺ ma quando 600 milioni di beni sono già irremissibilmente perduti

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, ma enormemente favorevole all'influenza del potere politico sulla religione. In compenso, esso alimentava il culto e copriva del suo prestigio, che

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, preparando ed invocando le decisioni più radicalmente ostili all'accordo. Ma conviene altresì notare che la politica clericale antidemocratica

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gravità inopinata della crisi, ma giustifica alcune speranze che i cattolici migliori si fanno.

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moderna e dello spirito democratico, l'ho. Ma molti cattolici non l'hanno; e per non perdere altra fede nella perennità del cattolicismo a loro non resta

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. Ma i fatti non cessano di esser tali, anche quando l'interpretazione che ne tenta chi li narra può apparire un poco forzata; e questa rivelazione cruda

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di azione che essa imponeva. Le direzioni di Leone XIII fallirono; perché una politica non si crea dal nulla, ma deve rispondere allo stato d'animo

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Rerum novarum; ma, per l'ostilità dichiarata di coloro che vi vedevano una penetrazione di metodi e di idee repubblicane nella Chiesa, esse non

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spirituale e non può essere sostituito; ma la loro incomoda, presenza non fa che rendere più sospettose le autorità; ed oggi il seguire, anche da lontano, i

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frugarvi; ma le carte di Mons. Montagnini illumineranno, fra poco, il crepuscolo di questa poco fortunata attività diplomatica. Non sappiamo quale

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, vestiti di un abito meravigliosamente decorativo, i suoi saloni, acquistava immediatamente su di essi un ascendente insensibile ma profondo ed efficace

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sorpresero quasi sempre impreparati; colpa non certo tutta né sempre loro, ma di un complesso di condizioni storiche che sarebbe lungo illustrare.

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cattolici di tutti i paesi hanno ammirato. Ma in quest'ultimo periodo la Santa Sede poté essere in diretta comunicazione con i vescovi francesi e la parte

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da un certo pubblico in Francia. Ma il governo specula evidentemente sulla cattiva luce che quelle carte gittarono sul cattolicismo ufficiale e sulla

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Ma crisi simili, quanto più sono profonde, tanto più promettono di essere anche risolutive; e noi comprendiamo quindi perché l'abbé Lemire abbia

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