La Democrazia Cristiana in Italia
, nella Chiesa fosse, più che un assunto, o una scelta consapevole, libera e personale, un dato, una contingenza della vita: e come dalla legge intima di
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e resiste e respinge e condanna, il movimento si volge contro di essa facendo appello ad una libera ed intima reinterpretazione del cristianesimo
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dominati e gli sfruttati, vincere con la forza di una persuasione religiosa la loro servilità ed apatia, eccitarli a sorgere in piedi, ad agire ed a
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e temono nell'opera loro una insidia e, riguardano il contrasto come una bega interna della Chiesa. Od anche, essi hanno una loro dottrina, una
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conseguenze è la trasmutazione e la conversione che si vuole operare; e la riforma civile e sociale si converte in una lotta interiore della Chiesa stessa
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nostro paese; ed ha avuto, nell'una e nell'altra, una influenza profonda e durevole, della quale gli effet¬ti incominciano già ad apparire, in questo
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In questo marasma degli animi sorse e si propagò, con una rapidità stupefacente, la democrazia cristiana. Sorse, nel 1895-96, fra i giovani
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; nel campo cattolico dominavano intangibili la Civiltà cattolica e la vecchia temporalista opera dei congressi, soffocati, con una specie di furore
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Intanto il movimento si impose all'attenzione di tutti, in Italia. Il cattolicismo e la Chiesa erano discussi di nuovo, come una grande possibilità
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tradizionale iniziarono una campagna insidiosa e tenace contro il nuovo pericolo.
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, sonetto, seguito da adepti del cattolicismo rosso o da anime che questo aveva risvegliate; anche l'idealismo crociano deve ad esso una parte della sua
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Il Vaticano rimase lungo tempo perplesso. Una sera del 1900, il card. Rampolla, segretario di Stato di Leone XIII, che io vedeva non raramente, mi
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Altri segni della profonda e durevole influenza di quel movimento sono apparsi più tardi. Una nuova generazione di italiani, più seria, pensosa dei
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Nasceva, esso, come un movimento cattolico; ed incominciò con una esaltazione ingenua, piena di confidente ottimismo, della Chiesa. Ancora oggi
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sin dal principio, con una serietà intellettuale e modernità di dottrina che furono fra le cause principali del rapido successo, erano: cultura e
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liberalismo per una dottrina di autorità sociale e di saldo accordo fra Chiesa e Stato antidemocratico, con prevalenza ed egemonia — necessariamente
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nei miti e nei riti l'espressione storica di una fede sincera, che importa far rivivere, non vuol turbare e scandalizzare le coscienze credenti, nella
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si complicano, e l'autorità piega a una interpretazione e a una pratica nelle quali si rispecchiano interessi economici e politici ostili alla
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Questa condotta implicava, ho detto, una veduta realistica della politica. La costituzione sociale, il diritto, i rapporti economici e di classe non
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volle ad ogni momento essere un moto religioso, cioè una valutazione e trasvalutazione religiosa dei rapporti giuridici e sociali; e la religione sua
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aggettivo religioso. Negli eventi esteriori questo dissidio si rivelava col fatto di una persistente adesione al cattolicismo, benché questo, poi, si
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ufficiale, ebbe una nuova effimera fioritura; e nel congresso di Bologna del novembre 1903 parve oramai padrone, in un ultimo scontro decisivo fra le due
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incominciò, contro i capi del movimento, una implacabile persecuzione. Tutto gli giovò a questo. Dove giungeva la sua autorità, questa si impose con un
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carattere confessionale, questa non poteva più essere direttamente colpita dal Vaticano. Ma Pio X, con una lettera enciclica ai vescovi d'Italia
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tramite obbligato di una Chiesa, lo spirito e le norme della religiosità nuova che si voleva imprimere alla vita civile e sociale. Se la democrazia stessa
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, di una così salda consistenza morale, di un cristianesimo così ricondotto alla essenza sua, di un così alto concetto della libertà religiosa. E i
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contro una resistenza che divenne facilmente sopraffazione, contro un clericalismo nel quale si rispecchiava tutta la vecchia formamentis di una Italia
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