La Democrazia Cristiana in Italia
{{63}}Nel capitolo precedente, ho esaminato il modernismo come fatto ecclesiastico e momento della storia della Chiesa; ed ho mostrato come esso, che
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Ma il modernismo non è stato soltanto questo. O, essendo questo, ha dovuto entrare e provarsi in un campo assai più vasto di reazioni culturali e
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duplice momento che abbiamo detto. L'assunto è un ideale, o un programma, di rapporti civili nei quali si attui la democrazia. Il primo momento è
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profondi della coscienza, della volontà umana operante a costruire il suo mondo, nei quali Stato e Chiesa non sono più che due parole, due nomi della
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e temono nell'opera loro una insidia e, riguardano il contrasto come una bega interna della Chiesa. Od anche, essi hanno una loro dottrina, una
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, fra quelli che vogliono difendere le posizioni politiche e il possesso per il quale essa sta, e tutti, gli stati d'animo e gli interessi molteplici
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ceti e gruppi sociali; e i conservatori, i liberali immemori di ogni libertà che non sia la loro, stanno per il partito ecclesiastico della reazione; i
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partito popolare italiano che sembra sorto a un tratto gigante quasi dal nulla e non è che il precipitato storico, dopo quindici anni di occulto lavoro
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essa dà come può il suo favore ed aiuto a socialisti e liberali e massoni contro i novatori religiosi, idemocratici cristiani, i modernisti, dai quali
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Gli anni nei quali essa apparve sono già lontani nel ricordo dei più. Regnava allora incontrastato sugli animini pigri il positivismo, e il
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universitari. Al principio del 1898 usciva la Cultura sociale;al principio del 1900, dopo l'enciclica Graves de communi, il Domani d'Italia; due anni dopo la
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Intanto il movimento si impose all'attenzione di tutti, in Italia. Il cattolicismo e la Chiesa erano discussi di nuovo, come una grande possibilità
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Ma come cresceva il movimento, crescevano anche le opposizioni. L'allarme manifesto incominciò nel Veneto, o per opera di veneti, come il Sacchetti
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Il Vaticano rimase lungo tempo perplesso. Una sera del 1900, il card. Rampolla, segretario di Stato di Leone XIII, che io vedeva non raramente, mi
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Nel febbraio del 1902 venne, con le celebri istruzioni di Leone XIII, il primo gravissimo colpo; e cominciò la crisi interna della giovanissima
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capi; e che, colto nei suoi momenti essenziali, ci gioverà a meglio intendere la natura di tutto il movimento e il valore di esso come di un segno dei
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, nel Correspondant, un biografo di F. Meda, E. Vercesi ricordava una polemica svoltasi nel 1900-901 nella Cultura sociale, in cui il primo si
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La differenza sta in questo che i nazionalisti francesi esaltano la Chiesa e la sua funzione contro i principi rivoluzionari e la democrazia e il
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manifestazioni, e non in tutto lo spirito del movimento, il carattere e il valore storico di questo.
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, fedeli ai propri metodi, senza limitazioni arbitrarie e conclusioni imposte d'avanzo; e dall'altra rispetta il valore pratico della fede popolare, cerca
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Da principio, adunque, la democrazia è accettata dai d.c. con tutto il fervore di un cattolicismo ingenuo e precritico. Essi credono di non far con
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Del socialismo accettarono il metodo: la lotta di classe, e in parte anche il realismo politico, scisso dalla filosofia del materialismo storico
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Questa condotta implicava, ho detto, una veduta realistica della politica. La costituzione sociale, il diritto, i rapporti economici e di classe non
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Quando sì vorrà o si potrà giudicare più serenamente si vedrà che talune cause ideali della cui difesa il nazionalismo si appropria il merito: la
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avessero il loro assistente ecclesiastico, nominato dal Vescovo, e che il movimento fosse coordinato all'Opera dei congressi, opportunamente rinnovata
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accettate da me è quella che volete applicare allo Stato e alla società, ed allora dovete riceverne le norme da me; o è un'altra, ed io ho il diritto di
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solidarietà al pontefice, secondando la repressione e l'isolamento dei novatori. Il giornalismo liberale che aveva spesso e volentieri, negli anni prece
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senza dei quali esso è una corrotta e corruttrice organizzazione di potenza, di intrigo e di sfruttamento. O il ritorno al cattolicismo o l'anarchia
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collegio rurale delle Marche. Ma la sua opera politica doveva offrirci, con drammatica evidenza, il singolare contrasto di un programma che proprio
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Era l'ultimo gradino di abbiettezza al quale potesse discendere il paese, condotto da Giovanni Giolitti.
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