La Democrazia Cristiana in Italia
da principio fu accettazione docile e fiduciosa di questa, in quanto istituto e dottrina, e tentativo di modificazioni esteriori, verso la cultura e
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cattolica intransigente fu mobilitata; i direttori di coscienze, i predicatori di esercizi spirituali al clero, gli apologisti del cattolicismo
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di avvenire; la vecchia organizzazione clericale era in isfacelo; il socialismo fu affrontato e discusso, in assemblee numerose di operai, in nome di
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in Italia data da allora; da allora la decadenza spirituale irreparabile del socialismo. Il movimento della Voce fu per molta parte stimolato
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, il card. Respighi, sulla fine del 1901, fu segno che, nell'animo dell'incerto e vecchio pontefice, la reazione aveva già vinto.
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politica, l'unità delle classi nella nazione, come vincolo spirituale, erano state già fatte proprie e vali¬damente difese dalla d.c. Poiché essa fu e
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Uno sforzo assiduo e sincero fu. fatto per evitare questa contraddizione; e conviene riconoscere che esso non fu, e non poteva essere, felice.
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commozione fu grande. Era l'ora del laicato. Non si seppe afferrarla. Dopo pochi giorni, durare nella resistenza apparve impossibile, per la timidezza
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¬denti, accolto scritti di giovani cattolici e talora favorito apertamente la causa di questi, fu richiamato su migliore via, o con minacce aperte di
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conte Gentiloni: e Romolo Murri fu escluso con grande sforzo dalla Camera Come vinsero i preti nel collegio di Montegiorgio, Roma, 1914 e circa 300
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