L'evoluzione della cultura e la stampa quotidiana
Il grande giornalismo è in mano dei nostri più accaniti avversari; nella stampa loro, ch’è la più diffusa e la più influente, vengono dettate le leggi
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circondano — si sarà disegnato un proprio orizzonte al di là del quale è un passato che si propende più a compatire che a studiare, entro il quale è un
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Eppure, io credo che agli uomini, anche a noi moderni, niente manchi più facilmente che il concetto di questo eterno evolversi anche della nostra
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massa greggia che la nostra fantasia trasporta lontana, ma che in realtà è dentro di noi, si staccano in una esuberanza mai più vista, perché mai come
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il famoso limo della «terra gialla», depone quegli strati uniformi, che sono i più fertili, i più fecondi del mondo. Gli uomini vi seminano, vi
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specialisti, i bazars, l’unione e la cooperazione dei consumatori e grande sarà la loro meraviglia di non trovare più nemmeno il contadino signore della terra
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solo un canale, è più ancora, un cribro per il quale la corrente deve assolutamente passare. Ed ora è facile stabilire l’enorme valore del giornale
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fatale non la lascia passare. Che più? Tutta la nuova era è ossessionata da questa stampa: Che è per essa la Chiesa, se non una società per l’oppressione
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cibo e veste a potenze nemiche creò la civiltà: ed era la prima fase. Le lotte per la civiltà avvenire si dovranno combattere non più sul terreno
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folla dove si vuole; laicizzazione, libera scuola, incameramento sono le parole briccone, che legittimano e contestano per i più lo scristianizzamento
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Ma Dante, o signori, veste il lucco fiorentino, è l’uomo, il grande uomo del Trecento, noi vestiamo più o meno secondo l’ultimo figurino di Parigi e
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malaria? Là l’uomo aveva vita breve e inferma sempre. Si risanò il suolo ed il clima parificato scacciò il linfatismo dalle vene; una fibra più
Accademia della crusca
