Il galateo del campagnuolo
campagna, in mezzo alle valli, o sul dosso delle colline e de' monti? Quivi l'uomo esposto ai quattro venti, sotto i benefici raggi del sole dal primo suo
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che si dice famiglia; ma un'unione morale fondata sulla concordia e sull' amore, no. Vi è un capo autocrate, a cui tutti hanno a ubbidire, a un suo
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profitto, poco o punto ve ne cale. Il Dottore notava nel suo villaggio, che la maggior parte de' ragazzi non andavano a scuola mai; e quelli che
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un criterio che agevolmente si forma il miserabile il quale dice: S'ha da vivere tutti e chi non n'ha di suo, può prenderne dove ce n'è. Non pensa mica
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poderi? — Oh bella, niente affatto, li ebbe dal padre, ecco tutto. — E suo padre com'ha fatto? — Che vuol che ne sappiamo di suo padre noi? — Ebbene ve
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fruttare i terreni ci vuol istruzione e concime; cioè lavoro ben diretto e ingrasso; il che in generale vedeva mancare nel suo paese. In una
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bene se erano applicabili alla natura del suo terreno; nè a tutte le teorie faceva buon viso; andava cauto e quindi sicuro. Ma se la prendeva poi con
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quello della stalla; onde senza confondersi con guano o altri ingrassi forestieri, si pose ad aver la massima cura del letamaio e della stalla. Il suo
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VIII. Strumenti a punta d'oro, d'argento e di ferro. Il terreno possiede nel suo seno di molti elementi di fertilezza; è un pozzo d'inesauribile
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dell'abbondanza. Egli aveva introdotto una rotazione di cinque anni, seguendo il consiglio del prof. Ottavi e se ne trovò bene. Perciò aveva diviso il suo
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XI. Il vivaio. Gian Matteo diceva che la sua speculazione più fruttuosa fu il vivaio. Nel suo orto separò trentasei are di terreno; quivi a 60
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coltivazione sottostante, ve lo piantava, e a sua imitazione gli altri facevano altrettanto; onde in poca ora iì suo villaggio si vide arboreggiar di
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prodotto della vendita delle bestie. In fin d'anno tirava su i conti e sapeva qual era il suo benefizio, quale la spesa. Come si può vedere in questo
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vinificazione; ma vendeva la foglia de' gelsi e le uve, a chi v'attendeva di proposito. A ciascuno il fatto suo, diceva egli, l'agricoltore faccia
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sia ancora venuto il suo torno. Alcune delle compagne di Caterina si posero a parlar di lui, facendosene le biffe, come di chi non sa stare cogli altri
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famiglia, ma ne aveva una cura singolare, anche degli oggetti minimi. Ogni anno faceva il suo bravo inventario di ogni cosa; e così riconosceva se
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Un po' di morale. Ecco come Gian Matteo raggruzzolò un patrimonio di cento mila franchi; oh sì che varrà 100,000 lire il fatto suo! Ora ditemi un po
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prende bene il suo esame? Il padre chiuse gli occhi ai professori con buoni biglietti di banca. Uno spunta un intrigo? È il prefetto che fu comprato. E
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, braveggiava, faceva ogni sorta di prepotenze; oh egli era conosciuto in questi dintorni più della betonica! Trovò finalmente il suo castigamatti. Era la festa
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li chiama Alfieri, traducendo da par suo un proverbio latino. Li vedete tutte le ore del giorno sdraiati sulle panche fuori della bettoluccia o del
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Rozzezza. Il dottor Enrico in quel tempo, che villeggiava nel suo paesello, vago di fare alcun che in pro di que' terrazzani, usava ne' dì di festa
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