Il galateo del campagnuolo
andar di là dai monti e dai mari, quanti n'avete visti ritornare co' sacchi pieni d'oro? Il figlio di Gian Giacomo, tutti lo conoscono, si diceva che
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Gian Matteo.
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. Chi non conosce Gian Matteo? Trent'anni fa ne aveva tanto, quanto n'ho io sulla palma della mano; ed ora è uno de' proprietarii meglio agiati dei
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NORME DI GIAN MATTEO. I. Coltiva il poco. Gian Matteo aveva spesso in bocca questo proverbio: guarda il grande podere; ma coltiva il piccolo. È
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II. Non prendi terre lontane dall'abitazione. Quando a Gian Matteo qualcuno veniva ad offerire un campicello o un vigneto discosto dalla sua casa
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IV. Capo e Coda. Gian Matteo aveva letto un articolo così intitolato in un almanacco agrario del prof. Cantoni; dove si metteva in evidenza che a far
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, e adattarsi al terreno. Onde Gian Matteo, che si era dato a riconoscere ne' libri i principii agronomici, prima di tradurli in pratica s'assicurava
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VII. Il letamaio. Gian Matteo diceva, che per render buone le terre ci vuole: 1°. un buon letamaio; 2° eccellenti strumenti; 3° un accurato
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dentro giacciono molti sali provenienti dallo strato soprastante, molte sostanze fertilizzanti, per chi sappia servirsene. Gian Matteo vedendo là, dove
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terra riposa nel variar di seme e di coltura; il che si fa coll' avvicendamento. Gian Matteo diceva che un buon avvicendamento è il vero granaio
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XI. Il vivaio. Gian Matteo diceva che la sua speculazione più fruttuosa fu il vivaio. Nel suo orto separò trentasei are di terreno; quivi a 60
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XII. Alberi. Le piante sono un reddito certo senza costo di spesa. Gian Matteo dappertutto dove poteva stare un albero, che non danneggiasse la
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non fruttano che alla lontana e non tutto in un anno. Gian Matteo teneva questo metodo, che sembra assai semplice. Aveva uno Sfogliaccio, su cui
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XV. Perche Gian Matteo non coltivava i bachi da seta e non faceva vini da vendere. Gian Matteo non volle mai confondersi nella bachicoltura, e nella
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eseguiscono più o si fanno male; e ciò perchè? Per un pregiudizio da femminetta. Gian Matteo si era spogliato di tutte queste gofferie, e si ridea degli
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Caterina. Racconto. Caterina, la moglie di Gian Matteo, non aveva un centesimo di dote; ma aveva due braccia, che erano tant'oro, e qualche cosa poi
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tutto era in ordine, se vi era mancanza, deperimento o altro. Gian Matteo le avea mostrato a leggere e a scrivere, ed ella se ne giovava per tener i
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, guadagnano una giornata più grassa, che i mariti nell'aperta campagna. Ecco perchè Gian Matteo diceva che la donna è fatta per la casa, non per i
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Un po' di morale. Ecco come Gian Matteo raggruzzolò un patrimonio di cento mila franchi; oh sì che varrà 100,000 lire il fatto suo! Ora ditemi un po
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......» 15 « V. L'istruzione ......» 18 « VI. Il furlo campestre ....» 25 « VII. Gian Matteo — Racconto...» 31 NORME DI GIAN MATTEO I. Coltiva il
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