Il galateo del campagnuolo
GALATEO DEL CAMPAGNUOLO PROPOSTO DAL PROFESSORE COSTANTINO... Costantino Rodella Vol. 18° - L'ANCORA D'ITALIA - 1872. Raccolta di Operette popolari
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La campagna e la città. L'aria e la luce sono i due primi fattori della vita. E dove uno può meglio avvantaggiarsi di questi tesori, che nella
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Pulitezza. Ecco una parola, il cui significato è poco conosciuto, giacchè la si vede tanto di rado praticata, nella campagna, la pulitezza. Visitate
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s'apre alle più intime confidenze, e s'informa a virtù, si può dire che per nulla si conosce nella campagna. V'è una società legale di padre, madre e figli
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, con che si stipendia il maestro e la maestra, è pressochè sciupato. Molte sono le cause che di ciò potrei addurre; ma mi atterrò ad alcune delle più
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un'idea del dispiacere che prova un coltivatore a veder una pianta diligentemente educata ed osservata quasi tutti i giorni, mancare ad un tratto di tutti
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poderi? — Oh bella, niente affatto, li ebbe dal padre, ecco tutto. — E suo padre com'ha fatto? — Che vuol che ne sappiamo di suo padre noi? — Ebbene ve
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NORME DI GIAN MATTEO. I. Coltiva il poco. Gian Matteo aveva spesso in bocca questo proverbio: guarda il grande podere; ma coltiva il piccolo. È
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statistica agraria aveva trovato che in Italia il raccolto del frumento è in media di 12 ettolitri per ettara; nel Belgio invece è di 25, in Inghilterra di 35
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migliori precetti di agronomia, mettilo in un podere, e lo vedrai errare di uno in altro tentativo, spendendo di molti quattrini e ricavando poco o nulla
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varia il raccolto! Martoriatevi pure da mane a sera a lavorare la sabbia, la potete inaffiar tutta di sudore, ma non ne avrete alcun frutto mai. Mettete
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avvicendamento. Chi ha concime paga i debiti e ottiene credito, lesse nei Segreti di D. Rebo, e se lo tenne per detto; e s'accorse nella pratica che un campo
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VIII. Strumenti a punta d'oro, d'argento e di ferro. Il terreno possiede nel suo seno di molti elementi di fertilezza; è un pozzo d'inesauribile
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IX. Avvicendamento o rotazione. La terra, come l'uomo, ha mestieri di riposo dopo la fatica, e come l'uomo, che si ricrea cambiando lavoro, così la
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X. La seminagione. Aveva cura di scegliere sempre buoni semi; e cercava polputi, provenienti da spighe fitte e lunghe; il grano prima di spargerlo
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XI. Il vivaio. Gian Matteo diceva che la sua speculazione più fruttuosa fu il vivaio. Nel suo orto separò trentasei are di terreno; quivi a 60
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XII. Alberi. Le piante sono un reddito certo senza costo di spesa. Gian Matteo dappertutto dove poteva stare un albero, che non danneggiasse la
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coltivazione, se non si è tenuto conto della spesa e del prodotto? L'agricoltura è l'arte di ottenere il massimo beneficio colla minor spesa; e come
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vinificazione; ma vendeva la foglia de' gelsi e le uve, a chi v'attendeva di proposito. A ciascuno il fatto suo, diceva egli, l'agricoltore faccia
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tralascia la seminagione di una pianta: che uno si lascia cogliere dal cattivo tempo; e più spesso si lasciano accumulare i lavori, e quindi o non si
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Caterina. Racconto. Caterina, la moglie di Gian Matteo, non aveva un centesimo di dote; ma aveva due braccia, che erano tant'oro, e qualche cosa poi
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NORME DI MASSERIZIA DI CATERINA. I. Cura della casa. La casa è il regno della donna; e la virtù di lei si riconosce dall'assetto e dalla pulizia, che
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III. Bucato. Vi sono nella campagna di tali, che, non so perchè, fanno una sol volta all'anno il bucato. È un'economia mal intesa. E primieramente la
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mettere al posto di quella che si consumava. In ciò si teneva lontana da due estremi; non imitava quelle, che non ne comperano mai, sicchè arrivano
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VIII. Conserve. Caterina aveva cura nel buon tempo di far le sue provviste pel verno, che tanto giovano all'economia domestica. I pomi di terra o
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Un po' di morale. Ecco come Gian Matteo raggruzzolò un patrimonio di cento mila franchi; oh sì che varrà 100,000 lire il fatto suo! Ora ditemi un po
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eseguire questi e quelli piantamenti, e si divertiva anche con fiori, senza dire poi del frutteto, di cui aveva acquistata una pratica singolare. Non parlo
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Diffidenza e credulità. È degno di studio ne' campagnuoli lo spirito di diffidenza congiunto colla credulità più sconfinata. E quel che è più strano
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tregua, lavorano anche la notte, i giorni di festa talora; e lì sia inverno, sia estate, piovosi o sereni volgano i giorni, sempre il lavoro continua, e in
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famiglia, i cui padri spesero il meglio delle loro sostanze per farne un avvocato, un ingegnere, un medico, credendosi di avere ne' loro figli tanti
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E lasciamoli anche noi nel disprezzo e nel vilipendio di tutta la società.
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......» 15 « V. L'istruzione ......» 18 « VI. Il furlo campestre ....» 25 « VII. Gian Matteo — Racconto...» 31 NORME DI GIAN MATTEO I. Coltiva il
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Rozzezza. Il dottor Enrico in quel tempo, che villeggiava nel suo paesello, vago di fare alcun che in pro di que' terrazzani, usava ne' dì di festa
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