Il galateo del campagnuolo
persone sono ben vestite, nella città v'è allegria, si gozzoviglia; dunque vi si deve star bene. Questo è il ragionamento che fa il contadino che
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gusto l'entrarvi, ordine per tutto, la biancheria abbondante, i letti puliti e ben rifatti, le camere spazzate, la cucina lucente, le vivande ammannite a
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bugie, di far il monello, e peggio. E così scorre il verno senz'aver imparato niente o ben poco; vien la buona stagione, i campi verdeggiano, i colli
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, bisogna ben credere, che li abbia rubati. Ebbene l'autorità faccia le sue indagini, v'è ben una legge sul vagabondaggio, si faccia eseguire; e in vece
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fruttare i terreni ci vuol istruzione e concime; cioè lavoro ben diretto e ingrasso; il che in generale vedeva mancare nel suo paese. In una
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ben concimato non teme nè siccità, ne umidità soverchia; ma duplica, triplica e decupla i benefizii. S'era altresì persuaso che il miglior concime è
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un sentiero, che metteva ne' campi. Come Gian Matteo si trovò padrone d'una casa, e di un po' di poderetto ben suo, ed ebbe, come diceva, il nido fatto
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poco o di nessun disturbo. la polvere; indi li riponeva in una cassa di latta ben chiusa. Per evitare qualunque passaggio agli insetti inviluppava
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patate li riponeva in un tino, dopo d'averli ben rasciutti, in luogo riparato dal freddo. Le carote, le rape, i navoni, dopo nettati e asciugati, li
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d'intemerati cittadini, che ben lungi dal lucrare sulle pubbliche cariche a danno dello Stato, scapitarono anzi ne' ìoro privati interessi. più facile
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, ed ora stanno lì mangiando il pane a marcio tradimento, consumando quel po' di ben di Dio, che ai genitori costò tanta pena e tanto sudore; sono Iì nè
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