Il Galateo
scandalizzerà: pazienza. Io guardo la realtà com'è, non come si vorrebbe che fosse. È dall'osservazione della realtà, e non dai dogmi, che si può cercar
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che, se vengono zittiti dai vicini, questi spettatori altisonanti spesso si offendono, rispondono male e fanno sottili ironie sul sistema nervoso
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. Se però è un altro che parla così, non spazientitevi, non incitatelo («dài? e allora?»), non suggeritegli continuamente le parole, lo fareste
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applauso, e nessuno si aspetta tanta delicatezza dai nostri contemporanei. Però anche oggi chi ha un minimo di tatto dovrebbe evitare di pronunciare
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I posti a tavola possono essere o no (io preferisco di no) contrassegnati dai segnaposti coi nomi. Possono essere o no fissati in precedenza: nei
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avvertirti? Non l'ho mica portata in camera tua. Dài, mamma, di solito sei una donna intelligente. Io e Mariella stiamo insieme da quasi due anni
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più difficile. Naturalmente teneteli vicini a voi e lontanissimi dai signori di riguardo senza figli. E per amor del cielo non reprimeteli
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ordinazioni direttamente dai convitati. Una volta il galateo vietava a una signora di rivolgersi al cameriere: ogni suo desiderio doveva essere confidato
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, a non fare lagne. E vietate loro di sporgere testa e mani dai finestrini. Molti bambini soffrono il mal d'auto (e non tutti, anzi pochi, sopportano
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quella di venir insalivati, manomessi e presi a calci dai loro angioletti. In quanto ai cani, il regolamento dice che possono essere portati in tram (o in
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ripetizione campagnola o marina o esotica del tran-tran e delle nevrosi feriali. Cerchiamo dunque di liberarci il più possibile dai condizionamenti e partiamo
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viaggiano in aereo. Ma dài! Una volta a bordo, comunque, non ostentate una disinvoltura e una noncuranza che non avete: la paura vi si legge addosso
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sacchetti in cui riporre carta e rifiuti. Ricordatevi comunque che nei giorni festivi la spiaggia libera è spesso invasa dai cosiddetti cannibali
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, per piacere, o sareste molto più fastidiosi voi dei vostri figli. E quando invece siete voi a essere infastiditi dai bambini altrui? Se uno o più
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tradizionale, la signora doveva trattare la domestica cortesemente ma impersonalmente, senza mai sconfinare dai rapporti di lavoro. Oggi questo sarebbe
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donna passa attraverso la liberazione dell'uomo: liberazione dai pregiudizi, da un'educazione sbagliata, da una concezione retriva, contraffatta e
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di voler gradire l'espressione della mia più profonda stima...» Ma dài! Essere riguardosi non vuol dire inchinarsi per iscritto fino a terra
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scatolina a vario uso: e che sia uguale per tutti, dai VIP alle vecchie balie.
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Questi sono apprezzati anche dai giovani nuovi, specie se in bolletta. Naturalmente, si preferiscono regali utili. La famosa «lista dei regali
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Le vere, o fedi che dir si voglia, secondo le tradizioni vanno scelte dai due sposi insieme (e pagate da lui). La scelta dipende dai gusti e dalle
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, l'intera cosiddetta «scorta d'onore». Se lo sposo, sostenuto probabilmente dai giovani testimoni e da tutto l'elemento maschile delle due famiglie
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nessun giovane «nuovo» ci tiene). Comunque lo festeggino almeno a modo loro, senza farsi imbeccare dalla pubblicità, dai giornali femminili e dalle
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. Le signore possono restar sedute, secondo tradizione, ma sono abbastanza irritanti quelle giovani dame (alle anziane si perdona quasi tutto) che dai
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siano. Tutto dipende dai luoghi, dalle circostanze, dalla discrezione, da un mucchio di cose disparate e variabili, tra le quali troneggia comunque il
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vostri conoscenti non è quella di venir salutati dai vostri figlioletti; e che tutti quanti preferiscono di gran lunga rinunciare a questo onore che
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, circonlocuzioni così complesse, termini così vaghi, che uno poi viene preso dai dubbi: «Ma mi ha invitato o no? Per cena o per dopocena? Con la moglie
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tra le due guerre: sembravano più «moderne». In realtà non sono mai state ammesse dai galatei, e oggi sono tutto fuorché moderne: gli sposi «nuovi» le
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sera dovrei andare dai Rossi, ma vedrò se riesco a liberarmi» (il che non è gentile nei riguardi dei Rossi, e non lusinga la signora Verdi, la quale
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sentito che dai una festa giovedì: mi inviti?» A una richiesta del genere, una persona civile è costretta a rispondere di sì anche se non ne ha voglia
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più stupido è pretendere che l'ospite che ha paura degli animali in genere, non ne abbia dei nostri. «Ma dài, non avrai paura di Dober! Abbaiare è il
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piangono la perdita irreparabile, il fulgido esempio, l'anima bella, il padre e maestro incomparabile, il consorte adorato, l'amico indimenticabile... Ma dài
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moderatori, senza però mai insistere per indurre uno o più ospiti recalcitranti a fare quel che in quel momento non si sentono di fare: «Ma dài, Simona
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Ancora oggi, in certe vecchie osterie non solo paesane, sta appeso l'elenco dei giochi di carte «proibiti»: vi si scoprono giochi dai nomi
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