IL Santo
vasca dove le mandre vengono ad abbeverarsi. L'acqua piccola che vi cade da un canaletto di legno mi ricorda con la sua voce tenera qualche cosa che
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sotto gli alberi e capannelli agli usci, gente alle finestre delle due ultime case di destra e di sinistra, un operaio che seguiva il gruppo a pochi
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stupiva che don Clemente non gli avesse detto nulla, in passato, della qualità di quel garzone ortolano. Gli piaceva il discorsino in piazza. Eran cose di
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. L'orizzonte ardeva, dietro il prossimo Subiaco, sulla obliqua fuga dei monti Sabini che da Rocca di Canterano e Rocca di Mezzo vanno verso Rocca San
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faccia sopra il giro dell'altro colonnato. I Santi e le fontane gli dicevano insieme che a lui pareva di vivere un'ora solenne ma che questo atomo del
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Il rombo del tuono svegliò, dopo le due, Noemi, che da pochi momenti aveva potuto prender sonno. Ella dormiva nella camera vicina a quella di Jeanne
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Mezz'ora prima ch'ella fosse di ritorno al Grand Hôtel vi capitarono Giovanni e Maria Selva. In pari tempo vi capitò il giovane Leynì che veniva egli
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fiammella della lampada a petrolio che ardeva sul tavolino da notte, oscillare il lume e le ombre sulle lenzuola non tanto bianche, su due mani scarne, sur
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L'oste di Jenne, un brav'uomo in occhiali, nobilmente cortese, che conosceva il mondo per essere stato in America e tuttavia pareva immune delle sue
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giuro che ritorniamo a villa Diedo. Almeno là non saprai dove andare." "Ho pensato di mandarti Chieco" diss'ella. "Oggi alle due suona dalla Regina e poi
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oscura inghiottì a questo modo un'altra quarantina di persone. Gli ultimi furono due preti. Quello che guardò il numero era miope, non riusciva a
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La luna era già tramontata e nel vento della tarda sera l' Aniene discorreva ora forte ora piano, come colui che parlando concitato ricorda di tratto
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Jeanne si posò aperto sulle ginocchia il volumetto sottile che stava leggendo presso la finestra. Contemplò pensosa dentro la ovale acqua plumbea
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I Selva e di Leynì raggiunsero il gruppo di persone che li aspettavano nel viale degli aranci. Erano tutti laici meno uno, un giovine sacerdote
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Benedetto. Il professore Mayda non l'aveva permesso né a lui né ad altri. Sapeva che l'ammalato aveva ricevuto i Sacramenti, ma piuttosto per devozione
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gioia. Amava il professore, forse incapace ancora di fede ma profondamente convinto che vi hanno enigmi insolubili per la scienza, generoso, fiero ai
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visitare l'orto prima del Convento, poiché il monello di Subiaco le aveva detto che i frati di Santa Scolastica ci avevano un bell'orto e gente loro che vi
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impressione gli avrà fatto? Giunto al cancello, si voltò a colui che aveva chiamato Benedetto, gli scrutò il viso, un viso scarno, pallido, intellettuale. Non
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giovine si scosse, alzò, smarrito, il capo, balzò dal letto, afferrò e baciò la mano a don Clemente che la ritrasse con un impeto di umiltà frenato subito
Accademia della crusca
