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necessità e delle aspirazioni religiose dei nostri giovani studenti e, in generale, della umanità uscita da questa terribile guerra; e chi scrive ripeté
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E questa è facilità relativa; poiché può darsi invece, ed è anzi questo proprio il caso,che ilmessaggio, così ricondotto al suo genuino significato e
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Ma questo, dice il L., non è il messaggio del Cristo: questa è la vostra filosofia.
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No, innanzi tutto non è la mia filosofia, perché a questa verità io credetti e verso di essa andai e cercai di vivere per essa prima di avere una
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Non è il messaggio di Cristo? Adagio. Se questa fede è in me, so donde mi è venuta; so quali spiriti viventi me l'hanno comunicata e in nome di chi
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, cioè nulla per me, se la comunione fra me e Lui non avvenisse, fuori del suo tempo e fuori del mio tempo, nella unità di questa intimità vivente che
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Ma, se forse il signor L. ed io non possiamo intenderci in questa concezione di Cristo e del suo messaggio, non parmi che egli abbia il diritto di
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risuscitarlo, perché il passato non è; ma c'è un messaggio di Gesù giunto a noi, nostro, vivente della nostra vita che è la sua vita, perché questa
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cose eterne, tendere, in ogni rapporto con gli uomini, alla unità, cercare Dio in questa calda atmosfera spirituale di amore e di elevazione, non è più
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l'anima meno vasta e i pregiudizii giudaici o ellenici degli interpreti; e l'idea di questa fratellanza universale, vasta quanto l'umanità, di questo
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del nostro spirito, e Gesù è per noi il Cristo — qualunque sia il significato che a questa parola attribuissero gli ebrei o Gesù stesso — perché egli
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carne, di affermazione vittoriosa del bene, per il quale Gesù divenne Cristo. E questa dialettica della volontà che si annulla e si trascende è il Regno
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farsi se già non fossero e se si trattasse di altro che di affermare questa unità contro la molteplicità. E per noi non ci sono nella rivelazione
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comandamento di amare Dio. Questa non è morale. Io dubito che Gesù abbia mai potuto pensare ad alcuno dei suoi comandamenti come soltanto morale. Egli pensa
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celeste, per la nota distintiva della sua morale». Appunto; e da questa falsa prospettiva escatologica per la quale la prima generazione cristiana, Paolo
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Il cristianesimo dei monaci e del pietismo cristiano, avido del premio, era di là dalla storia; questa, regno di Cesare, del male, delle potenze
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come fatto del passato e del presente, nelle grandi religioni storiche, e tra esse sopratutto nella religione cristiana. Perciò esponiamo questa come un
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rapporti dell'uomo con le cose, con i suoi simili, con gli ideali eterni, senza aver bisogno di vestire questa dottrina di vita con le immagini che
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la poesia e con !a scienza, e la critica filosofica le ha vuotate di ogni contenuto intelligibile. Ma questa duplice critica non intacca in alcuno
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