Gesù contemporaneo
diretta dal pastore Ugo Janni, leggiamo un articolo del signor W. L. una delle più nobili anime di credenti che noi conosciamo ed uno dei più operosi
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E, del resto, noi ammettiamo un processo e quindi un progresso della coscienza religiosa: e riteniamo esserci quindi oggi una coscienza religiosa più
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Ora, qui è la differenza prima ed irreducibile. Noi riteniamo che questo sia non già il messaggio, ma la persona del Cristo; cioè il modo come Egli
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risuscitarlo, perché il passato non è; ma c'è un messaggio di Gesù giunto a noi, nostro, vivente della nostra vita che è la sua vita, perché questa
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sono termini filosofici. Per noi non c'è nessun uomo «naturale» poiché si è uomini per lo spirito, e lo spirito é sopranaturale; esso è anche natura
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cui noi crediamo è venuto perché le anime nostre abbiano la vita — non delle formule, dei precetti, dei riti da accettare e applicare passivamente e
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sopra agli interessi dello spirito e di Dio; e che può riguardare anche molti semicristiani o neocristiani: ma non fa al caso nostro. Quello che noi
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di più nobile del tragico senso di dovere che guidò tutta la vita di Mazzini. Una vita morale, per noi, non si definisce dal premio che le è proposto
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«Senza dubbi esso (il messaggio) è semplice, quando è ridotto a una mera cosa naturale». Strane parole per noi che neghiamo la natura. La realtà e la
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non ci interessa; perché noi non crediamo in quel Dio terribile e in quella più terribile costrizione. Egli é la dramatis persona di una fantasia
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titolo e non credete nella cosa che esso esprime voi sacrificate la vostra integrità intellettuale». Ho detto in che senso noi ci diciamo cristiani
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; un'assurdità l'esser pronti a credere ciò che egli dice, ma non a credere in lui». Per noi non c'è l'uomo e non c'è il Superuomo. C'è l'umanità
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condizioni terrene e i rapporti che ha l'uomo nell'umana società». Siamo quasi intieramente d'accordo. Anche noi neghiamo ogni distinzione fra morale e
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«Noi ingenuamente pensiamo di sfuggire al dogma del Regno, quando ci rivolgiamo all'etica di Gesù». Non mi pare, se riponiamo l'etica appunto nella
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nostro mondo, è noi, è il tempo che lo Spirito eterno pone, il tempo categoria e una cosa, ed io non ho altro modo di volere il bene, di seguire il
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una diversa versione dei fatti. Noi dovremmo dunque trovarci dinanzi a parecchie mistificazioni, se ci fossero davvero dei fatti immobili nella loro
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far apparire il cristianesimo più facile di quello che è». Noi speriamo che essa lo faccia invece apparire assai più difficile di quel che appaia al
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raffigurazione mitica di essa, l'espressione di essa in forma di tempo e di spazio. Noi possiamo perfettamente intendere la valutazione che Gesù fece e
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ho brevemente indicato in queste pa¬gine si impongono. E noi non possiamo più considerare il dibattito come di indole religiosa, come una differenza
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