Gesù contemporaneo
fede nel messaggio di Cristo che quella nella persona di Lui, visto che il tema centrale del messaggio di Cristo è il Regno di Dio, e questo non già nel
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parola di Dio; e sempre ispirato, non dal proposito netto di servire a Cristo ed al suo messaggio, ma da quello di rendere più larga ed efficace l'azione
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Io non credo adunque nel Regno di Dio apocalittico, nella palingenesi finale, nella resurrezione dei morti. Chi mi vuoi lapidare mi lapidi. Ma
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da fare non è il figliuolo di Maria di Nazareth, il fratello di Giacomo; è il Cristo eterno, è la rivelazione di Dio nella sua coscienza e nella sua
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è il suo spirito ed il mio spirito, che è semplicemente lo Spirito, Dio, nel quale Egli ed io viviamo e ci muoviamo e siamo. Qui appunto il Cristo
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, non il Cristo storico, mail logo, cioè lo spirito come parola e rivelazione, cioè l'eterna autorivelazione di Dio nelle coscienze o nel tempo. In Lui
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A chi ci oppone che il Gesù dal quale quel messaggio discende, nato in Nazareth e morto crocifisso sul Calvario, non è più Dio né figlio primogenito
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cose eterne, tendere, in ogni rapporto con gli uomini, alla unità, cercare Dio in questa calda atmosfera spirituale di amore e di elevazione, non è più
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sopra agli interessi dello spirito e di Dio; e che può riguardare anche molti semicristiani o neocristiani: ma non fa al caso nostro. Quello che noi
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vita non sono che creazione spirituale, atto dello spirito. «Secondo quei liberali, il messaggio di Gesù consiste nel proclamare la paternità di Dio
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«Per Gesù il chiamare Padre, Iddio, com'egli fece, era tutt'altro che naturale. Pensate al Getsemane ed alla Croce! Chiamare Padre quel Dio terribile
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anche piuttosto banale». Certo è banale «proclamare” la paternità di Dio e la fraternità degli uomini, e poi, come moltissimi cristiani fanno
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Dio volle la morte di Gesù esattamente come questi la volle, per non rinnegare la sua missione, quando la riluttanza del senso egli vinse e dominò
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Dio padre, non di Abramo o di Isacco o di Zaccaria, ma di tutti gli uomini, dell'umanità stessa, dovunque soffra e pianga ed erri, ci apparisce come
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Dio». Se questo è esatto — e il L. è così buon conoscitore del N. T. che debbo ritenere essere esatto — ancora una volta, me ne dispiace per il Vangelo
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Certo, nel mondo dello spirito, la figliolanza deve essere attuale riconoscimento di essa, affermazione pratica di Dio come padre, e quindi della
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, crocifissa e vittoriosa, degli uomini, sempre. E c'è nell'umanità Dio,, nel quale appunto gli uomini sono uno. Sono, cioè debbono farsi; ma non potrebbero
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comandamento di amare Dio. Questa non è morale. Io dubito che Gesù abbia mai potuto pensare ad alcuno dei suoi comandamenti come soltanto morale. Egli pensa
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propose ai suoi discepoli delle cose apparenti e delle eterne, di Cesare e di Dio, della carne e dello spirito, dal mondo e delle cose assolute, dei
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