Gesù contemporaneo
diretta dal pastore Ugo Janni, leggiamo un articolo del signor W. L. una delle più nobili anime di credenti che noi conosciamo ed uno dei più operosi
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l'opinione, già espressa in queste pagine, che il «mes¬saggio» di Cristo corrisponda intimamente ad esse necessità ed aspirazioni; ma che l'umanità di oggi
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studenti per la cultura religiosa. Uno di essi suggerì che invece di accentuare l'importanza della fede in Cristo, sarebbe più pratico, per attrarre un
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L'argomento è così interessante e grave che crediamo opportuno esaminare accuratamente questo articolo.
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Che l'accettazione del messaggio di Gesù debba esser resa facile, o meno difficile, può esser detto in due sensi assai diversi. Nell'uno di essi, si
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dell'istituto che se lo appropria. Ma è applicato spesso sinceramente in quanto chi trasmette ed insegna quel messaggio lo ha già in se medesimo
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E questa è facilità relativa; poiché può darsi invece, ed è anzi questo proprio il caso,che ilmessaggio, così ricondotto al suo genuino significato e
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, per quello che è, purificandolo da quanto non è esso e fa invece parte dei modo come esso è stato inteso dagli uomini, tradotto nel linguaggio
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Ma qual'è, davvero, il messaggio dei Cristo? Il L. affronta subito la questione sostanziale, nelle parole che ho riferito, e dice in che esso
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Ora, qui è la differenza prima ed irreducibile. Noi riteniamo che questo sia non già il messaggio, ma la persona del Cristo; cioè il modo come Egli
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intendiamoci. Non credo nelle immagini che quelle parole e frasi richiamano alla fantasia: credo, invece, nel valore eterno di quello che esse hanno detto
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E lo stesso può dirsi di ogni altra cosa che è nei Vangeli e nei simboli della Chiesa primitiva; a cominciare dalla creazione e dalla incarnazione.
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sistemi filosofici che sono più vicini alla mia cultura, ma nessuno di essi mi soddisfa ed io non so se ho una filosofia e se arriverò mai ad averla: ma
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realtà della vita, UN cristianesimo, ma tanti quante sono le coscienze che hanno in sé qualche cosa di cristiano non come una veste o un imparaticcio
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ebreo. Quel che pensassero gli ebrei del tempo di Gesù non mi interessa gran che; e quello che Gesù ebreo pensasse non mi interessa gran che. Il padre
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lo non so se Egli non mi riconoscerebbe. Certo so che non mi esaminerebbe con i criteri dei teologi. Tremerei per l'esame, ma non proprio pensando
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, cioè nulla per me, se la comunione fra me e Lui non avvenisse, fuori del suo tempo e fuori del mio tempo, nella unità di questa intimità vivente che
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Ma, se forse il signor L. ed io non possiamo intenderci in questa concezione di Cristo e del suo messaggio, non parmi che egli abbia il diritto di
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E in quella filosofia precritica si intende bene la concezione del messaggio che il signor L. ci presenta, pur con così viva fede; e solo secondo
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E a chi ci oppone che, in questo modo, il mes¬saggio di Gesù, così come esso giunse ad orecchie mortali e fu inteso da cuori mortali, fu una
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che riferiscono con la maggior precisione e brevità il punto di partenza della filosofia moderna. «Come mai un oggettivo possa diventare soggettivo, un
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A chi ci oppone che il Gesù dal quale quel messaggio discende, nato in Nazareth e morto crocifisso sul Calvario, non è più Dio né figlio primogenito
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E taluno insisterà dicendo che questo nostro non è neppur più un Cristo «soprannaturale». O che è dunque un Cristo «naturale»? Natura e sopranatura
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Trovano accettabile il messaggio di Cristo, continua il L., sol perché essi lo hanno reso tale, {{196}}rinnovandone tutto quello che può essere
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È giudizio questo, come ho detto, che tocca specialmente le Chiese, le quali creano sempre un interesse istituzionale e di casta accanto e spesso
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di più nobile del tragico senso di dovere che guidò tutta la vita di Mazzini. Una vita morale, per noi, non si definisce dal premio che le è proposto
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«Senza dubbi esso (il messaggio) è semplice, quando è ridotto a una mera cosa naturale». Strane parole per noi che neghiamo la natura. La realtà e la
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«Per Gesù il chiamare Padre, Iddio, com'egli fece, era tutt'altro che naturale. Pensate al Getsemane ed alla Croce! Chiamare Padre quel Dio terribile
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, affermare con i fatti tutt'altro; ma davvero che chi si proponesse sul serio di affermare praticamente in ogni suo atto, quei due principii — si ripensi
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Gesù non disse espressamente che tutti gli uomini sono fratelli... Egli non disse mai, e credo non implicò mai, che tutti gli uomini sono figli di
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E lo spirito vivo del Vangelo è stato il migliore interprete della lettera, che soffre ancora limitazioni etniche e culturali molteplici e rispecchia
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titolo e non credete nella cosa che esso esprime voi sacrificate la vostra integrità intellettuale». Ho detto in che senso noi ci diciamo cristiani
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«Non temo contraddizione affermando che non é un briciolo più facile di credere nel Regno, come egli lo proclamò, che di credere in lui come «Cristo
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; un'assurdità l'esser pronti a credere ciò che egli dice, ma non a credere in lui». Per noi non c'è l'uomo e non c'è il Superuomo. C'è l'umanità
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comandamento di amare Dio. Questa non è morale. Io dubito che Gesù abbia mai potuto pensare ad alcuno dei suoi comandamenti come soltanto morale. Egli pensa
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attuazione e nella conquista del Regno, negata di questo la trascendenza miracolosa ed apocalitica, che è, nella nostra cultura, una immagine senza più
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illusione escatologica che pone fra il cristianesimo della lettera e delle ortodossie e la coscienza religiosa contemporanea un abisso oramai
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delle tenebre, era irredimibile. Il vincolo che unisce gli uomini l'uno all'altro, l'amore, era spezzato dal precetto: si salvi chi può. La fame e la sete
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realtà storica e facilmente constatabili. Ma la verità è che i puri fatti non esistono; esistono invece le innumerevoli coscienze ciascuna delle quali
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fatto storico, e lasciamo che provochi la reazione che può provocare, sia di repulsione che di attrazione. Parlando come studiosi della verità a stu
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far apparire il cristianesimo più facile di quello che è». Noi speriamo che essa lo faccia invece apparire assai più difficile di quel che appaia al
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non abbia nulla da opporre, una cultura che sia essa stessa vivente religiosità, cura e creazione di valori assoluti. Di questo specialmente ha bisogno
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per la quale la tradizione storica sia diventata disciplina interiore e nella quale la mia fede tocchi la stessa realtà vivente delle cose eterne che
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Sempre, prima di oggi, il pensiero religioso ha avuto bisogno di temporalizzare la dottrina che professava, e distinguersi in tre momenti: una
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raffigurazione mitica di essa, l'espressione di essa in forma di tempo e di spazio. Noi possiamo perfettamente intendere la valutazione che Gesù fece e
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Da quando Kant ha insegnato che il tempo è una categoria a priori, che lo spirito non é contenuto dal tempo ma lo contiene e lo fa, leconclusioni che
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Insistere nel tener fede a quello che nella dottrina dei vangeli e degli altri scritti del N. T. costituisce il linguaggio, il riflesso di opinioni
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credenti alle formule esteriori ed al comando dei monopolizzatori dello spirito un meccanismo d'impero mondano e terreno che è di per sé totalmente
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