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ci fosse la morte, non ci sarebbe la vita, poichè la vita è rinnovazione continua. Non vi sarebbe lavoro, nè progresso, nè civiltà, giacchè l'azione
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dolcezza — Il male e il rimedio — « Un punto sol fu quello che ci vinse » — Nel turbine — Lettere d' amore — La prima volta — L'amante — Le rivali
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IL LIBRO DELLE SPESE C' è un libro umile che si tien nascosto, che si trafuga se resta alla luce, di cui ci si vergogna quasi, che si apre con un
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terribile giorno, quello, e lo strazio del disinganno è così crudele che avremmo preferito morire. E ci sembra di non poter sopravvivere allo schianto di
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rosei sogni insieme sognati! Quante speranze che ci davano le ali ! Quante ore di innocenti trepidazioni, di pure emozioni, vissute insieme ! Ed
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questo va benissimo quando i sospetti sono ancora sospetti, ma quando ci troviamo dinanzi alla realtà, quando possediamo prove infallibili, dovremo
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soavità e la delicatezza del ricordo. » Ed è vero. Così se anche il primo amore ci è costato affanni o delusioni : se anche svanì lieve come un
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Alphonse Karr acutamente. Sì, perchè più il sogno è stato dolce, promettente, lusingatore; più ci ha dato l'illusione della felicità perfetta, e più il
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, facciamo che nelle manifestazioni la differenza quasi scompaia. Se per un motivo o per l' altro ci vengono affidati, usiamo con essi quella pazienza
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sdrucciolevole non ci si può arrestare quando si vorrebbe e talora bisogna andare fino in fondo, sino alla caduta vergognosa e fatale. Il rimedio deve
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UN PUNTO SOL FU QUELLO CHE CI VINSE Si guarisce qualche volta, ma qualche volta si soccombe. Il nemico ch'è dentro di noi, vigile, aggressivo
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dichiariamo di non potere o di non volere più vivere, fu per poco o per molto, un ideale vagheggiato; fu colui che ci iniziò alla vita, che ci diede la
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disperazione arida in una feconda virtù confortatrice. Si sente che quella sofferenza non è vana, che ci eleva, che ci ricostruisce, straziandoci
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significhi spendere poco, ma non è sempre vero. Ascoltiamo la sapienza antica che ci ammonisce per mezzo del proverbio: «Chi più spende meno spende. » Se
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assorbirà in sè come un raggio ribeve la gocciola d'acqua. Tutta la natura parla d'amore e ci presenta un perpetuo spettacolo di nozze; tutta l'arte
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di tristi necessità, di contrasti, di costrizioni. Gli uomini ci compiangono cordialmente, per bontà loro, senza pensare però che sarebbe in loro
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NUOVE EBBREZZE Eppure, sia benedetto l'amore ! Benedetto questo tiranno assoluto, anche se ci devastò il cuore come un giardino su cui sia passato un
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Ma la più pura, la più ardente, la più poetica descrizione del bacio d'amore, ci viene da una squisita donna, Elisabetta Browning, la moglie del
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bufera, quando i fiori dell'anima cadono, quando i sostegni si spezzano, quando le luci si spengono, noi ci troviamo disorientati, smarriti, in preda
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. La maestà del dolore ha tutti i diritti di privilegio senza che alcuno possa offendersene. Ci ricorderemo di lei quando compie il mese dalla morte, e
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LE CONSOLAZIONI Ma il più delle volte la vita ci riafferra e ci trascina giù, lungo la corrente, col cuore spezzato. Necessità materiali e morali ci
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di una dolcezza quieta e poetica, come una rovina s' ammanta di museo e d' edera: Buoni e profondi conforti ci scortano nella vita che abbiamo rifatta
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ignoto dolore, una tristezza ignota, ma in modo così evidente che ci rimasero scolpiti nella memoria per anni. E nel leggere, dopo pochi giorni dell
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. Ci si attacca a un individuo che ieri ci era indifferente e domani ci sarà odioso, per dimenticare ; si prende la via dell' esilio incatenando la
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più profonda pace, perchè lo sforzo che domanda ci lascia la naturale conseguenza d' un appagamento della fralezza umana che ha superato sè stessa
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— avvicina spesso gli uomini, ma, pur troppo, molte volte essi sono felici di dimenticare d' essersi trovati insieme. Quando invece è il dolore che ci
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umano, quella che ci procura ogni sensazione, e che, durante il male ci fa squisitamente sensibili solo per soffrire. Vi sono persone che trascinano
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sono una delle parti dell'organismo alla quale chiediamo una costante Eva Regina. 33 fatica e del cui mantenimento meno ci curiamo. L'igiene dei denti
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. Ella ci consiglia a stare in guardia, ad osservarci, a difenderci, e noi sorridiamo, crolliamo le spalle e la trattiamo da inutile brontolona. Ma poi
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meno, per noi è la moneta spicciola che bisogna aver sempre pronta. È il filo d' Arianna che ci guida attraverso al labirinto della vita. « La
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eterno che ci attrae e ci incatena, questa femminilità che è più spesso la nostra forza che la nostra debolezza, il nostro entusiasmo e talvolta perfino
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le donne bellissime ne sono fornite, ma che la natura ha riservato la simpatia come compenso a quelle che ha meno favorito. Quante volte ci è accaduto
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guardandoci allo specchio abbiamo osservato che il nostro viso era meglio o peggio del solito ! Era una consolazione ciò che ci abbelliva, era una
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la luna » : e i poeti moderni e i prosatori ci hanno celebrato e descritto a sazietà la curva delle labbra, il sanguigno colore della bocca delle loro
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IL DESTINO NELLA MANO L'arte di leggere il destino nella mano è remotissima e ci viene dalle prime indovine di mestiere, che l'hanno tramandata a noi
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ignorante : dalla fanciulla sbocciata appena alla signora che sfiorisce, tutte ci interessiamo, ci occupiamo anzi, della moda. Non so più chi scrisse
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IL LINGUAGGIO DEI NASTRI Il linguaggio dei nastri ci viene dal medioevo. Quando i guerrieri partivano per le rischiose imprese, le donne mettevano
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di pensieri, tutto un ordine di sensazioni. I lunghi guanti bianchi, infilati sempre un po' nervosamente, ci parlano di ore mondane, del parapetto di
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LE DONNE CHE PIACCIONO AGLI UOMINI Quali sono le donne che piacciono agli uomini ? « La donna che ci somiglia ci è antipatica, disse Ernesto Renan
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male ci è stato infuso dalla nascita, e nulla inceppa il nostro libero arbitrio di seguire la via retta o la tortuosa via. Le circostanze possono
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eccessivamente nella cattiva fortuna. Si muore, sulla terra, ma anche si nasce, e le culle consolano delle bare. Ci si separa, ma anche ci si ritrova e
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vignette romantiche del buon tempo antico. Ad ogni modo quella storia ci fu cara perchè fu la storia del più grande amore della nostra vita; e noi
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scritto : « All'ultimo non ci verrà domandato che cosa abbiamo fatto, ma che cosa ci siamo sforzati di fare. » Ed è proprio vero. Se ognuna di noi senza
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, ogni minor disgrazia appare quasi invidiabile. E di questo possiamo pur farne la prova da noi stessi, quando presi da una malattia ci auguriamo riavere
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' incoscienza individuale, mentre è tutta assorta nel sogno dell' infinito. Dunque meno ascoltiamo noi medesimi, meno ci sentiamo vivere e più penetrerà in noi la
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dar di cozzo ? », rifletteva non scorato, ma sdegnoso, Dante Alighieri. Infatti non giova a nulla, e noi ci ribelleremo invano per raggiungere una riva
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infermità, sia imperfezione, sia colpa — è indiscutibile il dovere strettissimo di parlare. Ci si confidi a un medico, ci si confidi ad una madre, si
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, mettono un raggio nelle nostre tristezze ? La speranza è una delle facoltà che emerge prima nella vita e che ultima ci abbandona. Spera già il bimbo che
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languiva di nostalgia e di tristezza. Ci sentiamo più forti, ci sentiamo più buone. L'avere a fianco un altro essere — un essere caro a cui siamo care — al
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è la nostra vanità che ci porta a credere che poche persone sono capaci di comprenderci, che pochissime ci equivalgono? Oppure noi siamo preda d
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