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poi l'astensione sdegnosa degli intransigenti assorgessero alla gravità di una profonda e insanabile lotta religiosa. Raggiunta l'unità d'Italia, gli
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Chiesa a concetti di larga e paziente liberalità ed evitando nell'indirizzo generale della politica offese ed attentati alla coscienza religiosa del
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oltranza alla «rivoluzione», della quale lo Stato italiano era considerato come l'incarnazione; l'uomo che prima distrusse abilmente — egli che alla sua
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all'internazionalità del papato, che Leone XIII potè sino all'ultimo rimanere fedele, se non fiduciosamente, almeno decorosamente, alla politica alla quale
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ai concetti ed alle vedute dei cattolici liberali che, dal ‘48 al ‘70, pensarono e vollero, come dicevamo, rendere anche un servizio alla religione
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indirizzi; e dei quali è o sarà questo l'effetto: ricondurre le agitazioni religiose alla superficie della vita pubblica, ma dando ad esse una forma
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Roma, alla difesa della monarchia e dello Stato, con un impeto singolarmente spontaneo e vivace. E mentre Leone XIII, precorrendo in parte e
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concetto e nell'opera angusta degli uomini, alla sottostante realtà che le vuota lentamente e le «rivoluziona»; noi noteremo qui solo la singolare importanza
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limitarci per questa parte a segnalare il mutevole aspetto che certe questioni assumono, col correr dei tempi, dinanzi alla coscienza religiosa, e il
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italiani innanzi alla nuova politica e dei cattolici e della Santa Sede; e cogliere così, nella varia graduazione dei colori che la compongono, la
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essa appunto, alla vigilia delle ultime elezioni, con la pressione insistente dei suoi più vitali interessi, traboccare la bilancia a favore della
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marchese Cornaggia, entrò, circondato da un'aura invidiabile di successo, in Parlamento, e fece intorno alla questione politico-ecclesiastica
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verso la vita pubblica, quell'entrar dei cattolici nell'agone politico essi l'avevano preveduto e preparato: ma preparato alla luce di un programma
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idealità più elevate, doveva sentire rammarico di quel dileguarsi nel nulla d'una politica alla quale, dacché era virtualmente superata dallo svolgersi
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del fatto che dava reclute nuove ai loro uomini, molto a corto di elettori, e alla loro rappresentanza alla Camera. I socialisti ne trassero motivo
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Ora la domanda che noi poniamo a noi stessi e alla vita che si va svolgendo è pur sempre la stessa: lotta o accordo dei due poteri? Politica pacifica
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certo che questa politica clericale, di fronte alla più larga irruzione di tendenze estreme nell'opera dello Stato che la repubblica avrebbe
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pretesto di portare un appoggio disinteressato alla monarchia ed allo Stato contro accentuarsi di tendenze sovversive ed antimonarchiche. E questo, se
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vita e conseguentemente della società: delle quali l'una presume di far capo alla ragione ed alla scienza ed ha i suoi più vivaci rapprentanti nel
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intenso sforzo le masse alla religione. Ma quando esso si sarà riavuto e riordinato e, riacquistando l'influenza perduta sui gruppi vicini ed affini che
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Accademia della crusca
