D'Ambra, Lucio
atti in versi L 4 MEMORIE DI CORTE DEL MARCHESE ARMANDO D' APRE Il Re, le Torri, gli Alfieri ROMANZO DI LUCIO D'AMBRA
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sentito recitare Manon Manette a Parigi, mi diceva il principe. È bellissima. Son curioso di vedere che impressione le fa». L'impressione, poco dopo, al
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suoi ultimi cinque minuti di spensieratezza e di giovinezza. L'eliotropio roseo che gli adornava ancora la fronte giovanile sarebbe appassito domani
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commediografi e dei più illustri scrittori della letteratura contemporanea di Fantasia. L'altro era un povero avvocatino, senza grammatica e senza senso comune
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. L'avvenimento solleverebbe uno scandalo enorme e si cercherebbe l'origine di misure così gravi. La scudisciata ricevuta da Sua Maestà finirebbe con
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colpo felice. L'ingenua malinconia degli antichi raffigurava il destino sotto forme tragiche e misteriose, avvolgendolo nelle oscure e impenetrabili
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spedizione di Sua Altezza sarebbe certamente tornata più vergine che mai per molti secoli ancora. L'imaginazione del principe poteva quindi liberamente
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la terza volta, con un terzo Ministero. L'inevitabile presidente del Consiglio redasse un discorso à succès con le idee più fresche che avevano corso
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L' Isola e il faro. Noi ci abituiamo facilmente a considerare come definitive e generali le nostre prime e particolari impressioni, se il caso ce le
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caratteristico d'un reggimento in marcia. L'eco dei tamburi era sempre più vicina e già turbante del capo tamburo spuntava all'angolo della via ove io m'ero
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Un'altra volta su le mie labbra tornò l'epico ritornello. Ma non è più tempo questo per parlare sul serio. L'epopea è la divina ingenuità del popoli
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INDICE. A LUIGI PIRANDELLO Pag. V I. La " Belle Hélene „ 1 II. La collezionista d'" elle „ 20 1II. L'Isola e il Faro 33 IV. Le fatiche d'Ercole 61 V
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1915. L. D'A.
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