D'Ambra, Lucio
atti in versi L 4 MEMORIE DI CORTE DEL MARCHESE ARMANDO D' APRE Il Re, le Torri, gli Alfieri ROMANZO DI LUCIO D'AMBRA
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, sarebbero sempre gli ultimi. Chè, oramai, caro d'Aprè, a uno a uno, piu presto o più tardi; siamo destinati a scomparire tutti quanti...» Poiche
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d'un Consiglio di ministri in tutte le dovute forme, bisognera eccezionalmente permettere ad un estraneo di assistervi, poichè il marchese d'Aprè potrà
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chiaramente il suo malumore. — Caro d'Apre, — mi disse, — la cosa comincia a diventare fastidiosa, e queste signore non mi dànno il tempo di respirare. Ho
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che ha vissuto lui apparterranno ai suoi lontani nipoti. Essi soli avranno il segreto che apre quei lucchetti indecifrabili. La storia ha due tempi: un
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fortuna trovar lì Manette a portata di mano. Ma lei, caro d'Aprè, le aveva fatto troppo bene la lezione. Aveva ricominciato come nella prima parte
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entrare e mi disse con l'aria più serena di questo mondo : «Gliel'avevo detto io, d'Apre? Siamo alla guerra». Il ricordo omerico seguì
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ne offriva, del resto, gli esempii. E Omero, assai prima di Armando d'Aprè, aveva raccontato l'epopea d'una grande guerra nata attorno al nasetto
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