C'era due volte il barone Lamberto
. — Col suo permesso, signor barone, al pancreas abbiamo assegnato il numero undici. — Cosa mi dici! Il numero undici non è la cistifellea? — Cistifellea
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si spalancano con fracasso e la testa spettinata del maggiordomo Anselmo, che si affaccia a gridare proposizioni incomprensibili. — Cosa dice? Piú
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come, — hanno detto, — e noi? — Loro cosa? — ha chiesto Ottavio, faccia di bronzo. — Ma... naturalmente... avremmo voluto rendere omaggio alla salma
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sempre un altro che attacca con la lettera «elle». La cosa non è stata programmata da nessuno, ma di fatto ecco che centomila, centocinquantamila persone
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trova il biglietto scritto da Anselmo: «Il barone morto... colpa vostra... licenziati in tronco...» — Cosa? Cosa? Signora Merlo! Signora Zanzi! A forza
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succedere solo nelle favole. Non tutti saranno soddisfatti della conclusione della storia. Tra l'altro non si sa bene che fine farà Lamberto e cosa
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«pterosauro». — E cosa vuol dire? Rettile volante della preistoria. C'era la settimana scorsa nelle parole incrociate. — Cosa c'entra? Questo lavoro sarebbe
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piacere. — E che cosa sarebbero i reticolociti? — Dei globuli rossi piú giovani. — Avanti con la gioventú, allora. Barone e maggiordomo s'infilano nel
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. Se quel che credo di aver indovinato è vero, allo zio Lamberto gli verrà perlomeno la polmonite. Poi da cosa nasce cosa...» Continua a pensare, il
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! — Vattelapesca. — Hm. Poi si affacciano le congetture. — Per me, dev'essere tutta pubblicità. — E di che cosa? — Che ne so: del dentifricio, del panettone
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jeans e una maglietta azzurra, si è presentato ai suoi visitatori con un ampio ospitale sorriso. — Buongiorno, signori. In che cosa posso esservi
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svizzeri, i tedeschi, i borgognoni, gli americani e gli afroasiatici vogliono essere informati per filo e per segno di ogni cosa che lo riguardi. Ci
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. C'è anche uno che vende, chissà perché, vedute del Colosseo. E c'è chi le compra. C'è sempre chi compra qualsiasi cosa, con qualunque tempo. I bar, i
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d'oro in una palestra della metropoli lombarda, aperta anche la notte. — Che cosa c'è in quei pacchi? — domandano i poliziotti addetti alla
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esterna; cosa assai utile, perché la gente può vedere la sfilata dei funzionari quando salgono e quando scendono e, di tempo in tempo, i garzoni del
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, dopo aver letto il contromessaggio. — La sola cosa veramente bella del mio volto, — spiega dolcemente il barone Lamberto, — è il mio naso. Forse in
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primo colpo, va al tappeto e comincia a contare: — Uno, due, tre, quattro... — Cosa stai facendo? — In assenza dell'arbitro, mi conto da solo. Nove
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che cosa mai potrà servire? I ricchi sono matti». Gli altri cinque non ridono e non si fanno domande. Sono ben pagati, perché ricevono uno stipendio
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punto. Non tutti sanno cosa sia un vocabolario, ma restano zitti per non passare da analfabeti. Del resto il capo ha già preso un librone da uno
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scotch. — Cosa? Trenta chili di?... — Di scotch, di scotch! — Ma io non ne ho né trenta chili né trenta etti. Ecco tutto quello che ho. La cartolaia
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