C'era due volte il barone Lamberto
, Singapore, eccetera), sempre malato. Le sue malattie sono ventiquattro. Solo il maggiordomo Anselmo se le ricorda tutte. Le tiene elencate in ordine
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si spalancano con fracasso e la testa spettinata del maggiordomo Anselmo, che si affaccia a gridare proposizioni incomprensibili. — Cosa dice? Piú
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nipote, e dal maggiordomo Anselmo. Cosí i ventiquattro direttori sono rimasti con i loro sospetti, e mentre il funerale serpeggia sul lago, essi si
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: — Tutto sbagliato! Caronte, riportami a casa mia! Anselmo, guarda che ti perdi l'ombrello! Ottavio, dove scappi? Ottavio, appena afferrata la nuova
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trova il biglietto scritto da Anselmo: «Il barone morto... colpa vostra... licenziati in tronco...» — Cosa? Cosa? Signora Merlo! Signora Zanzi! A forza
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malato. Le sue malattie sono ventiquattro. Solo il maggiordomo Anselmo se le ricorda tutte. Le tiene elencate in ordine alfabetico in un piccolo taccuino
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ottimo. La cucina, di prima classe. Oggi, per esempio, il signor Anselmo ci ha servito risotto coi tartufi e anatra alla pechinese. Io ho lavorato
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trema in mezzo al cranio calvo, tempestato di macchioline marrone. — Anselmo! Presto! Vieni a vedere. Anselmo accorre tanto in fretta che dimentica
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, — continua Anselmo, — che le rughe si vadano spianando. Ricordo di averne contate piú di trecento all'angolo di quest'occhio e ora scommetterei il mio
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antica, — ridacchia il barone. — Un segreto, — interviene il maggiordomo Anselmo, strizzando l'occhio al suo padrone, quasi per invitarlo
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, gatta ci cova. E qui, se non mi sbaglio, dev'essere il segreto dello zio Lamberto». Scendendo le scale incontra il maggiordomo Anselmo. — Dov'è stato
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, ci hanno cacciati. Tra i fuggiaschi non c'è lo zio Lamberto, non c'è Anselmo, non ci sono quei sei delle soffitte... — Io vado a dare un'occhiata
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diavolo. — Ha un ombrello appeso al braccio. — Allora è il signor Anselmo. — Cosa vi dicevo? Tutto un trucco del barone. Ora manda il maggiordomo a
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lui, alla villa del barone Lamberto. Hanno bussato, Anselmo è venuto ad aprire e si è sentito chiedere: — Piove, lí dentro? — No, perché? — Scusa
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esporti a certi rischi. Scendo immediatamente. Intanto offri a quei signori aranciata, camomilla, quello che desiderano. Anselmo è tornato dai
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la stessa penna per piú di un documento. Anselmo, portami una penna nuova. Anselmo obbedisce e il barone scrive, in tedesco: «Gentili signori, con la
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sereno. Strizza l'occhio al povero Anselmo, che non sviene solo perché si appoggia all'ombrello, e gli domanda, con aria semplice: — Come sta Delfina
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non gli piace, per guadagnare altro tempo. Anche Anselmo lo tiene d'occhio. Se Ottavio si dirige verso le scale, ci sono tutti e due, il bandito
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biblioteca, in sala da pranzo o al gabinetto, il barone Lamberto pigia un bottone e ascolta: — Lamberto, Lamberto, Lamberto... Anche il maggiordomo Anselmo
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che fa il signor Anselmo è ben fatto. Ottavio li guarda mangiare, fregandosi mentalmente le mani. A metà cena il signor Armando dà il cambio alla
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. Venti contando le dita dei piedi. — Lei, — dice il capobanda al signor Anselmo, — vada nella sua stanza e ci resti. Due a tenerlo d'occhio. Dov'è
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