C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE
coraggio, rimase atterrito. - Chi sei tu? Se sei anima battezzata, rispondi, in nome di Dio! - Son la figliuola del Re di Spagna. - E in che modo ti trovi
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. Chi poteva essere, a quell'ora? Si fece coraggio, saltò giù dal letto, aperse adagino adagino l'impòsta, e domandò: - Chi siete? Che cosa volete? - Son
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! Scostatevi! Son diventata di stoppa. Infatti la povera Reginotta avea le carni tutte di stoppa. Il Re e la Regina erano proprio inconsolabili. Radunarono il
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, son venuta a posta coi miei dottori. E i suoi dottori erano due uccellacci più grossi di un tacchino, con un becco lungo un braccio e forte come
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vincere il mio incanto non ci vuol altro. - Son sangue reale, Pesciolino d'oro, e son tua sposa fino da questo momento. - Cavalcami sulla schiena e tienti
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pagherebbe tre volte più della stima. - Questi sassi son per me: Non li cederei neppure al Re. - Compare, volete disfarvi di questi quattro sassi? C'è
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strillava, sentendosi strappare le penne ad una ad una. - Dove son riposte le arance d'oro? - Se non mi farete più nulla, Maestà, ve lo dirò. - Non
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. - Chi è? - urlò finalmente una voce - Chi cercate? - Son io: cerco la Fata. - Quale Fata? Delle Fate ce n'è tante! - La Fata gobba. Le scappò di
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buona fortuna non giova a nulla? - Non giova a nulla. Il Re mi ha detto: "Se fra un anno non avrò un figliuolo, guai a te!". Son certa, babbo mio, che mi
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cominciò a pelarsi dalla stizza. - Non è nulla disse la Reginotta. Ve lo raccatterò io. - Ah, i chicchi son contati! Se ne mancasse uno solo, mio marito
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fece venire tutti dinanzi. - Figliuoli - disse - son due giorni che non gustiamo neppure un gocciolo d'acqua, ed io, dalla disperazione, non so più dove
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persone del palazzo reale; son tutti, da capo a piedi, pieni di zecche; e, dal prurito e dal dolore, non possono reggere: - Accidempoli alla Regina
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bianco ch'era una bellezza. - Maestà, Maestà! Fatemi la zuppa col vino. E pigolava. - Sei galletto o pollastra? - Maestà, son galletto. - Canta