C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE
persone bisognose al par di lei, ed era già diventata una benedizione del cielo. Ma quel bene lei lo faceva sempre col pensiero al figliolino perduto
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spada e vai avanti, vai avanti. Arriverai in un bosco tutto pieno di serpenti e di animali feroci. Non lasciarti impaurire: vai sempre avanti, fino al
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potesse vedere altro che il volto. Alle zampine anteriori gli metteva sempre i guanti. Gli aveva posto nome Beppe, e così lo chiamavano tutti; ma quando
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; risuscitava sempre. Portarlo lontano non concludeva nulla: sarebbe tornato. Prenderlo colle buone era peggio; rispondeva canzonando: - Chicchirichì! Il Re
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là per consegnar le pagnotte e le stiacciate bell'e cotte. Insomma non riposava un momento. Tizzoncino era sempre di buon umore. Un mucchio di
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questa Fata gobba? - Prendete del pane e del vino per otto giorni e camminate sempre diritto, badiamo! Senza voltarvi in dietro. All'ottavo giorno vi
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lì passava un fiume, sotto terra. Il Pesciolino infilò diritto la corrente e la Reginotta gli si tenne sempre ben afferrata alle branchie. Ma ecco
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sempre in casa, e il padre non faceva altro che brontolare giorno e notte: - Le stava bene, stupidona! Sarebbe rimasta in un canto, con quel suo anello di
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, gira di qua, gira di là, non trovava mai l'uscio e vedeva sempre scritto sui muri: Fai, fai, fai, Non l'hai avuta e non l'avrai. Si diSperava, ma non
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appresso, i diamanti, sempre a mucchi, eran più grossi e più belli. Il Re si vuotava le tasche, e tornava a riempirsele di questi. Così fino all'ultima
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presto. Montò sul cavallo di bronzo, e dette le parole fatate, in un colpo sparì. La Reginotta e il Nano (lo chiamarono sempre così) furono moglie e
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! No, no! Non ne vuol sapere. - Figliuola mia, dàcci aiuto! Che aiuto poteva dargli? Mamma cagna rispondeva sempre: - Bau, bau! No, no! Intanto tornava
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sempre essere chiamata Cecina. Vissero lieti e contenti E a noi si allegano i denti.
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, tì si divertiva a fare una sonatina, sempre la stessa; poi riprendeva il lavoro. Intanto quel campicello sassoso gli fruttava più di un podere. Se i
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bellezza. Lo teneva sempre in mano, lo portava seco dovunque. A tavola, Ranocchino dovea mangiare nel piatto di lei. - Una cosa sconcia! - diceva la Regina
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venne innanzi sempre lo stesso cosino alto un gomito, vestito di stoffa a trama d'oro, col berrettino rosso sormontato da quella bella piuma più alta