C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE
C'era una volta un contadino che aveva un campicello tutto sassi, e largo quanto la palma della mano. Vi era rizzato un pagliaio e viveva lì, da un
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, sola sola, in una camera appartata e, un giorno il Re, un giorno la Regina, le portavan da mangiare in una cesta. Quando erano lì, sfogavansi a
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soldo bucato era lì. - Soldaccio maledetto! Non ti voglio neppur vedere! E lo buttò nuovamente via dalla finestra. Ma la mattina dopo, torna ad aprire
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, vestiamola come la Reginotta e mandiamola lì: l'Uomo selvaggio sarà contento. Trovarono una ragazza bella come la Reginotta, le fecero indossare uno
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, quelle dell'albero che parlava. - Chi sei tu? Non rispondeva nessuno. La mattina, come aggiornò, vide lì vicino un bell'albero coi rami pendenti fino
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canile. - Mamma cagna, mangiate; la mia vera mamma siete voi! La notte dormiva lì, con mamma cagna. Non c'era mai stato verso di indurla a dormire nel suo
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fuso: - Perché m'hai tu chiamata? - Ecco la mia figliuola maggiore. La vecchia cavò di tasca tre anelli, uno d'oro, uno d'argento, uno di ferro e li mise
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giorni. Una mattina, mentre lei piangeva dirottamente, guardando fisso nell'acqua vide lì un Pesciolino rosso, che parea d'oro, colla coda bianca come
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povero diavolo, il quale aveva sette figliuoli, che se lo rodevano vivo. Il maggiore contava dieci anni, e l'ultimo appena due. Una sera il babbo se li
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andò a posarsi sopra un altro. Canta, canta, canta, non mi reggevo dal sonno. Lo scacciai anche di lì, e appena cessava di cantare, il mio sonno
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troverete avanti a una grotta: la Fata gobba abita lì. - Va bene, - disse il Re - partirò domani. Prese le provviste per otto giorni, e si mise in cammino
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smettevano, saltò in mezzo ad essi, diè uno scapaccione a questo, un pugno a quello, e li sbandò: il rospo ebbe agio di ficcarsi in un buco. Cammina
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s'annoiava a star lì senza vedere un viso di cristiano. Spesso piangeva, pensando al babbo e alla mamma; ed una volta si mise a chiamarli ad alta voce
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pelle fina e l'acqua me la sciuperebbe. - Tizzoncino, perché non ti pettini? - Maestà, ho i capelli sottili, e il pettine me li strapperebbe
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avea finito di dirlo, che gli cadde come una benda dagli occhi e si vide lì, colla granata in mano, mentre tutto il popolo rideva, perché Sua Maestà
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forza ubbidirgli! Da lì a qualche anno, non si trovava un topo in tutto il regno, neppure a pagarlo un milione. Il Re già cominciava a rassicurarsi; e
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denti stretti: - Accidempoli al gallo, alle galline e a che li fa allevare! - Senti, Strega - disse il Re. - Se fra un giorno non mi spazzi gallo e
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un'altra volta per la strada, te la farò vedere io! E per quel giorno non ammazzò neppure uno sgricciolo. Ma la mattina dopo, eccoti lì quella del