C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE
la ciambellina sul capo, andava di qua e di là a prender le pagnotte e le stiacciate da infornare; poi, colla cesta sulle spalle, di nuovo di qua e di
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il più pregiato, era quello che produceva le arance d'oro. Quando arrivava la stagione delle arance, il Re vi metteva a guardia una sentinella notte e
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non aveva avuto ancora figliuoli e ne era accorato assai. - Comarina, - le disse - non vi arrischiate più a dire così, o guai a voi! La povera donna
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C'era una volta un Re che credeva d'aver raccolto nel suo palazzo tutte le cose più rare del mondo. Un giorno venne un forestiere, e chiese di
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diceva: - Neppur le Fate potrebbero farne un'altra come questa. Ma una mattina, va per levarla di culla e la trova contraffatta, con una Testa di rospo
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! Sua Maestà l'avrebbe fatta impiccare! Agli urli della balia erano accorse le guardie. Fruga e rifruga, tutto fu inutile. Venne l'ora del pranzo. - E la
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riuscire a maritarle. Le ragazze non avevano dote, e senza dote un marito è un po' difficile a trovarsi. Un giorno questo povero padre pensò d'andarsene
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carità! Quella per la noia di cavar le mani di tasca rispose: - Non ho nulla. La vecchiarella andò via brontolando. - Che cosa ha brontolato? - domandò la
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C'era una volta un Re e una Regina, che avevano una figlia unica, e le volevano più bene che alla pupilla de' loro occhi. Mandò il Re di Francia per
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allevarlo. La povera Regina dette in un pianto dirotto: - Chi avrebbe allattato una bestia così schifosa? Lei sarebbe morta dal terrore! E poi, se le
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C'era una volta un Re e una Regina, che avevano una figliuola più bella della luna e del sole, e le volevano bene come alla pupilla degli occhi. Un
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dar di capo. Sapete che ho pensato? Domani mi farò prestar l'asino dal nostro vicino, gli porrò le ceste e vi porterò attorno per vendervi. Se avete
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, sola sola, in una camera appartata e, un giorno il Re, un giorno la Regina, le portavan da mangiare in una cesta. Quando erano lì, sfogavansi a
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ogni domanda di matrimonio, rispondeva: - Maestà, chiedo un altr'anno di tempo. Intanto era accaduto questo: in un paesotto del regno, nascosto fra le
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, vedendola piangere pel rifiuto del Re, le disse: - Sta' tranquilla: ti sposerà e dovrà venire a pregarti. Lascia fare a me. Infatti un giorno il Re
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la prese coi Ministri. Ma appena questi gli riferirono che le povere guardie, dal gran scalpicciare di quella nottata, non si poteano neppur muovere
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servitore, impietosito, scese da cavallo, la sollevò, e visto che non s'era fatta nulla di male, cavò di tasca le poche monete che aveva e gliele mise
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là per tutte le stanze del palazzo reale, s'appollaiava dovunque, e insudiciava e riempiva ogni cosa di pollìna. E poi tutto il giorno: - Chicchirichì