C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE
. Il Re diè l'esempio egli il primo; e il palazzo reale fu pieno di gatti, tenuti assai meglio dei cortigiani e anche dei ministri. Inoltre, a tutti gli
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appena messo in dito l'anello, che la Reginotta divampò, tutta una fiamma! Fu un urlo. Nella confusione, il giovanotto poté scappare, e non si fermò finché
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non ti vedrò più per la casa, non ti vedrò! Ah, coricino mio! E chi fu la Strega che te lo cantò in culla, chi fu? Ah, Ranocchino mio! E debbo
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subito, appena nato, sguizzò di mano alla levatrice, attaccossi alla poppa della mamma e si mise a poppare. Quando fu addormentato, il Re gli aperse la
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Dio. Talché la Regina giurò di disfarsene in segreto. E che pensò? Pensò di dar ad intendere al Re che era nuovamente gravida e, quando fu l'ora, gli
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! Chiamatemi il cuoco. Il cuoco si presentò. - Mi si faccia arrosto pel pranzo. In cucina gli tirarono il collo e lo infilzarono nello spiedo. Quando fu
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, cercato inutilmente per un po' di tempo, andava via chiamandosi dietro i mastini. - Té! Té! Quando fu giorno, il Re, che tremava ancora dalla paura, scese
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delle gioie? Vuoi dell'oro? Ne avrai finché vorrai. Ma quanto alla Reginotta, nettati la bocca. - Maestà, il patto fu questo. - Vuoi delle gioie? Vuoi
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! Sua Maestà l'avrebbe fatta impiccare! Agli urli della balia erano accorse le guardie. Fruga e rifruga, tutto fu inutile. Venne l'ora del pranzo. - E la
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! Comanda! - Spacca quell'uscio per legna. E, in un attimo, l'uscio fu ridotto un mucchio di legna. Cava di tasca il sonaglino e si mette a suonarlo
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quando fu quel giorno, andò insieme coi ministri a rilevare la sposa con la carrozza di gala. In casa del ciaba trovarono una granata ritta in mezzo alla
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questa risposta del Mago, la costernazione del Re fu grande. Spedì daccapo i corrieri: - Che voleva? Parlasse: il Re avrebbe dato anche il sangue
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! Fu un lampo. E, invece della ragazza, che cosa si trovò fra le braccia? Un ceppo bitorzoluto! - Maestà, ve l'avevo pur detto io: Chi tocca stronca, Chi
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giorno dopo, appena fu giunto nel luogo dov'era seppellita la Regina, picchiò sulla fossa e disse: - Tu che stai sotto terra, Mi manda la tua sorella; Se
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, principi, cavalieri in gran gala che aspettavano. Quando fu l'ora, s'intese nella via: - Cenci, donnine, cenci! A questo grido il puttino di terra cotta
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Reginotta per moglie. Se non l'avrò qui fra tre giorni, guai a lui!". Il Re, sentendo questo, fu molto costernato e radunò il Consiglio di corona: - Che
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più gobba e somigliava precisamente alla Cecina, benché fosse di giusta statura. Così fu perdonato, e da lì a poco la sposò. Lei, per ricordo, volle