C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE
andò a posarsi sopra un altro. Canta, canta, canta, non mi reggevo dal sonno. Lo scacciai anche di lì, e appena cessava di cantare, il mio sonno
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, aspetta aspetta, la secchia non venne giù. Bisognava trovare un altro mezzo: ma non era come dirlo. Quale? La grotta non aveva che quell'unica uscita. E
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. figliuola; non posso darti altro che questo. E le dette un coltellino da due soldi, di quelli col manico di ferro. - Che cosa volete che ne faccia
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potesse vedere altro che il volto. Alle zampine anteriori gli metteva sempre i guanti. Gli aveva posto nome Beppe, e così lo chiamavano tutti; ma quando
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: - Che le importava di tanta fortuna, senza il suo figliolino? E sperava sempre che, un giorno o l'altro, il cielo l'avrebbe consolata. In quel tempo il
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mise a schiamazzare. Invece d'un uovo, ne aveva fatti due, uno bianco e l'altro nero. La vecchia andò fuori per venderli. Quello bianco lo vendé
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si gonfiava e pareva dovesse scoppiare da un momento all'altro. Il Re la pregava: - Cecina bella, vieni fuori, ti faccio Regina! - Maestà, sto bene qui
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. Quando fu a mezza strada: - Maestà! Maestà! Stava per voltarsi, ma si ricordò della raccomandazione della zingara, e tirò diritto. Un altro giorno
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sempre in casa, e il padre non faceva altro che brontolare giorno e notte: - Le stava bene, stupidona! Sarebbe rimasta in un canto, con quel suo anello di
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in mano: - Vecchina mia, non ho altro. - Grazie, figliuolo; si vede il buon cuore. Accetta in ricambio questo anellino e portalo al dito; sarà la tua
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valle, dove c'era un altro palazzo simile a quello del Mago. Picchiò al portone. - Chi sei? Chi cerchi? - Cerco Piedino d'oro. - Capisco: ti manda mio
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voglio, ti voglio. E un altro salto per aria, prendendolo fra le mani. - Come ti chiami? - Gomitetto. - Che fai qui? - Sono il padrone. - Allora lasciami
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all'altro della via. - Tizzoncino fa l'uovo - dicevan le vicine. All'Avemaria le fornaie si chiudevano in casa e non affacciavano più nemmeno la punta del
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ditino. Allora bisognò comprarlo: se no, la Reginotta non si chetava. Posero Ranocchino in un piatto della bilancia e un pezzettino d'oro nell'altro
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altro incanto! - pensò il Re, che si ricordò dell'unto della scure. Prese un pezzetto di carne e lo tagliuzzò con questa. Aveva indovinato! I pezzettini
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fece presentare una bambina nata di fresco, che lei aveva fatto comprare a peso d'oro in un altro paese. Il Re fu molto contento; e alla bambina mise
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anno all'altro, zappando, seminando, sarchiando, insomma facendo tutti i lavori campestri. Nelle ore di riposo cavava di tasca un zufolo e, tì, tìriti