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dal letto. Egli non voleva trovare una casa in disordine, esposta al vento, a rischio di esporre sua nuora, già indebolita, a un colpo d'aria
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Il Botola non tardò a trovare il vecchio amico e lo condusse a casa sua. Strada facendo, cercò di persuaderlo a trattare con indulgenza un figliuolo
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godere della sua agiatezza, acconciarsi, come scriveva don Felice, alla sua parte di complice inerte e soddisfatta dell'ingiustizia, continuando a godere
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la sua casa o la sua prigione? non distingueva più, né aveva più bisogno di distinguere. La sua vita non aveva che un significato: "Espiazione
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tutto lo splendore della sua viva e scenica bellezza. Era veramente una bella creatura, una bella femmina. La guardò con occhio freddo, quasi come si
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lui erano passati sul corpo della sua nuora. Il colpo era dato, perdita irreparabile. E qual perdita! A farlo apposta non avrebbero potuto ferirlo in
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educazione, rifacendo nel clima dolce e salubre la sua costituzione non molto ricca di sangue e alcun poco logorata da precoci patimenti. Arabella rimase
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racconto con un senso di sincera pietà, crollando la testa, e ripetendo: "Quel benedetto don Giosuè colla sua furia..." Il buon vecchio era del parere
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procinto d'ereditare il grosso fondo di San Donato, egli aveva trovato non inutile, nella sua perfetta ignoranza di cose agricole, d'appoggiarsi al signor
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cuore generoso ed onesto all'idea del disonore che sarebbe pesato su tutta la sua vita. "Pensi che disgrazia anche per me, se il signor Tognino fa
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bambina alla scuola delle monache, quando veniva in casa sua in Carrobbio a portare il pane e il latte della colazione. Ma la signora, che non poneva
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sonno. E non da ieri, ma da un pezzo, se cercava indietro, era cominciata questa sua palpitazione, che gli ultimi avvenimenti, la rabbia e lo
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Uscì sospinta da una forza maggiore della sua volontà, nella fiducia che l'aria aperta avrebbe dissipata la fiamma che divoravale la testa. Il tempo
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Arabella era entrata nella sua nuova casa accolta come una regina. Il sor Tognino non badò a spendere perché gli sposi avessero un bell'appartamento
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ordini, mandava le più belle rose di primavera. Questi fiori, che un morto offriva alla sua infermiera, Arabella fece spargere sulla cassa e sul carro
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desiderata da tutti e in essa soltanto era il bene di tutti, sarebbe stata per parte sua una condotta illogica e crudele. E Dio non l'aveva fatta
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antipatico, il partito era bello, magnifico, il dir di no sarebbe stato per parte sua una crudele ostinazione; ma quando l'anima è abituata a trovare
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Gli affari, gli intrighi, il bisogno di preparare una difesa e forse, più d'ogni altro motivo, la vergogna di ricomparire innanzi a sua nuora senza
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della sua compagna di collegio, lieta di ritrovare nell'Arabella Pianelli, che a Cremenno chiamavano la maestrina, una buona relazione e un'amica che non
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Sidonia non aveva ancor ricevuto l'ultimo residuo della sua dote, causa di vecchi rancori tra lei e suo fratello Tognino, il quale era morto senza aver
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, sua moglie. C'era di mezzo un brutto intrigo, che in mano di furbi poteva diventare un pericoloso riscatto. Ma il guaio più grosso lo aspettava a casa
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solita calza in mano, in cui aveva litigato fino all'ultimo la sua grande vitalità, bisognò subito correre ad avvertire il sor Tognino. Poi bisognò
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cosa e colpiscano la testa della gente che passa. Ferruccio è un povero chierico che ha ancora la sua prima innocenza e non vorrei che si trovasse
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, che all'incontrare una signora sulla soglia di casa sua, tese il collo, sgranò gli occhi, e urlò con voce rauca e sguaiata: "Viva l'Italia, bella bionda
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non avesse che a rallegrarsi di sé e della sua coscienza. Rimaneva le lunghe ore cogli occhi spalancati, pieni di un mite incantesimo, fissi al
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in casa sua e domandò al Bossi se c'era don Felice. "Eccolo qui" disse il sagrestano. Lo scricchiolio di un paio di scarpe, che risalivano la navata
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Cesarino, che si è ammazzato per debiti otto o dieci anni fa? Devi ricordartene, perché fu uno di quei casi che fanno impressione. La sua mamma sposò in
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da morir dalla vergogna, se lei avesse potuto leggergli nel cuore. Il ragazzo che non aveva saputo trovar la sua strada nel mondo, il figlio del
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farle i miei auguri e l'ho trovata seduta nella sua poltrona accanto alla finestra. ' Sei Aquilino? ' domandò." Il vice-ricevitore cercò di riprodurre
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certa monachella che colla scusa di contemplare gli eterni misteri del paradiso, non si curava dei bottoni e delle calze della sua gente. Domani
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da quelle parti, perché la notizia della sua morte non avesse a tirar gente dalle più lontane case del Borgo. Verso le dieci in Carrobbio si stentava a
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!" gridò colla sua bella voce spiegata l'ortolana. "Dunque noi non siamo parenti come gli altri... Quel che dice don Giosuè è falso; quel che dice
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sua misericordia. E da vent'anni ormai la stessa Colomba s'era abituata a considerare le cose come oneste e naturali, allontanando sempre dal pensiero
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di dispetto. Il canonico, abituato a strologare sui malati, capì subito che il brav'uomo aveva bell'e goduta la sua eredità. La farina del diavolo
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menino via. È mio padre, zia Colomba, oh che vergogna, pensate!" E il giovane, non potendo più resistere alla violenza della sua emozione, cominciò a